Il Piano di ripresa non tutela i non autosufficienti

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un’occasione unica per sanare un antico vulnus che si riferisce alla fascia più debole e meno considerata di cittadini: gli anziani non autosufficienti. Il Pnrr, per cui il governo Draghi sta compiendo scelte importanti, relative alla destinazione delle risorse, vede in primo piano il folto gruppo di associazioni e comitati di tutela delle disabilità che hanno già iniziato un confronto in sede ministeriale e ora inviano una lettera allo stesso presidente del Consiglio, al ministro del Lavoro e Politiche sociali Andrea Orlando e al ministro della Salute Roberto Speranza, con cui chiedono un impegno concreto affinché attraverso il Pnrr si possa intraprendere un percorso che porti al progetto di riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti, di cui si parla dalla fine degli anni Novanta e che finora è rimasto sulla carta. “Sarebbe paradossale – è scritto sulla lettera – che un Piano nato per rispondere alla pandemia dimenticasse gli anziani non autosufficienti che hanno pagato il prezzo maggiore. Tuttavia nell’attuale versione manca un progetto specifico a loro rivolto”. Si tratta, secondo i promotori della richiesta, di provvedere ad ataviche lacune finora mai arginate: abbandono dei bisognosi, cattivo impiego di denaro, impossibilità di accedere alle informazioni per le famiglie. Secondo molte famiglie afflitte dal problema, “i territori sono abbandonati a sé stessi, con un management da terzo mondo”. Lo stanziamento totale richiesto sarebbe di 7,5 miliardi ma sarebbe importante averne almeno una parte per potenziare le strutture residenziali, il minimo che si possa esigere per tutelare questa sfortunata parte della popolazione.

(Nella foto: il Ministero della Salute)

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