Istituto romano di San Michele, secolare istituzione votata all’assistenza e non solo. Passata da Ipab, istituzione pubblica di beneficenza ad Asp, azienda di servizi alla persona, la cittadella di piazza Tosti, nel cuore di Tormarancia, racchiusa in 120mila metri quadrati, è dotata di dodici palazzine, di cui molte bisognose di restauro e, in generale, è una realtà che avverte l’impellente bisogno di essere riorganizzata. Dall’avvento alla presidenza di Giovanni Libanori, nel novembre 2023, nell’Asp si respira aria di un certo dinamismo, con le innumerevoli iniziative che il nuovo vertice ha assunto per aprire ancor di più l’istituzione al territorio e garantire una adeguata assistenza ai più fragili. Da ultimo, il disegno di legge “Disposizioni in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona”, passato di recente al vaglio del Cnel – organo costituzionale che ha potestà legislativa e consultiva per conto del governo in materia economica e sociale – che presto passerà all’esame del governo per consentire una riforma dell’intero comparto delle Asp, conferendo alle aziende nuovo slancio organizzativo. Il San Michele però non intende limitarsi a una rinnovata azione amministrativa e a una più incisiva programmazione. Negli intenti di Libanori, d’intesa con il presidente del Cnel Renato Brunetta, c’è la stipula di una convenzione tra le due istituzioni, volta a valorizzare il patrimonio storico-artistico dell’Istituto di Tormarancia. Un tesoro ricco di opere pittoriche realizzate tra il XVII e il XIX secolo di scuola veneta, napoletana e ambienti emiliani, romani, marchigiani. Una collezione di arazzi delle scuole artigiane dell’Ipab, nel ricordo dell’antica vocazione dell’istituto di redenzione dei ragazzi sbandati attraverso le scuole di arti e mestieri. Poi sculture marmoree, lignee, in terracotta, oggetti sacri della chiesa di San Michele Arcangelo tra cui campane, tabernacoli, ostensori, crocifissi, calici, ampolle d’altare in argento, bronzo, ottone. E ancora, pregiati reperti archeologici, mobili da sacrestia realizzati tra il XVIII e XIX secolo e infine un fondo librario con testi risalenti alla fine del ‘500, periodo di fondazione dell’ente, che nasce nel 1582. Un vero e proprio cenacolo culturale, il cui primo inventario con catalogazione dei beni risale al 1997, ad opera dei  soprintendenti ai Beni culturali della capitale Claudio Strinati e Adriano La Regina. Una azione per riscoprire la connotazione artistica e religiosa dell’Istituto, con positive ricadute non solo culturali ma economiche, in una Roma intimamente connessa con il culto religioso e l’arte sacra. E l’idea del presidente, di esporre “l’invidiabile patrimonio storico-artistico nella prestigiosa sede del Cnel”, si coniuga con la volontà di valorizzare e far scoprire alla collettività beni di inestimabile bellezza. (Nella foto: sala della presidenza del San Michele)

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