Infermieri, il futuro è la libera professione
Infermiere di famiglia, una figura determinante per la sanità del prossimo futuro. L’impiego di questa figura professionale, insieme al medico di medicina generale, potrebbe essere la vera rivoluzione e punto di forza della sanità territoriale, determinante per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Per questo la dirigenza della Federazione sindacati indipendenti Fsi-Cniha presentato un disegno di legge, volto a definire tale figura e a valorizzare il ruolo poliedrico che può assicurare sul territorio. Compito essenziale dell’infermiere di famiglia è l’assistenza a domicilio, in modo da favorire le dimissioni protette dagli ospedali e il collegamento con il medico di fiducia, con possibilità di sostituirsi a quest’ultimo quando i bisogni assistenziali sono di carattere infermieristico. Da parte della federazione sindacale c’è ottimismo per la veloce entrata in vigore della legge in quanto esisterebbero tutti i presupposti perché tale figura diventi in breve operativa nell’assistenza territoriale. Fu il documento programmatico dell’Organizzazione mondiale della sanità “Salute 21” a definire, nel 1998, il ruolo dell’infermiere di famiglia. Tale atto auspicava che entro il 2010 i paesi membri formassero un numero sufficiente di infermieri specializzati in assistenza territoriale ma secondo Fsi l’Italia è soltanto all’inizio del percorso. “Salute 21”, nato grazie alla consultazione tra gli Stati membri definisce, appunto, 21 obiettivi per il 21esimo secolo, tra questi l’obiettivo 18 tratta dello sviluppo delle risorse umane per la salute recitando che “entro l’anno 2010 tutti gli Stati membri dovranno garantire che i professionisti della sanità abbiano acquisito conoscenze, atteggiamenti e capacità adeguate a proteggere e promuovere la salute”. Secondo l’Oms rientra tra i compiti dell’infermiere di famiglia “aiutare gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilità cronica o nei momenti di stress, trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare al domicilio dei pazienti e con le loro famiglie”. Assistenza quindi ma anche cura, del corpo e dello spirito. Il professionista avrà, secondo legge, un profilo poliedrico, occupandosi anche di educazione alla salute: darà consigli riguardo gli stili di vita, aiuterà a curare i problemi sanitari delle famiglie al loro insorgere, identificherà gli effetti dei fattori socioeconomici sulla salute del nucleo familiare.