“La salute mi aveva abbandonato, gli infermieri mai”. Ė questo lo slogan che ci sentiamo di condividere, che la Federazione nazionale di categoria scelse per celebrare la Giornata del 12 maggio 2016 che vede alcuni pazienti sorridere, evocando questa figura indispensabile della nostra sanità. Insostituibile a tal punto, da ricevere un’altra significativa testimonianza e sentimento di vicinanza, da parte di Giovanni Allevi, mirabile pianista e compositore, che da qualche anno è in cura per un mieloma. “Sono venuto da voi spaesato, impaurito che la mia vita fosse appesa a un filo, dopo aver fatto la scoperta che il mio corpo purtroppo non è eterno – comunica in un filmato postato sui social, rivolgendosi a questi professionisti della salute – eppure voi mi avete accolto amorevolmente. E allora si è sviluppato nel mio cuore un profondo senso di riconoscenza nei vostri confronti”. Continua, il musicista, narrando le sue giornate in ospedale, con gli infermieri attenti a somministrargli farmaci salvavita, accolti dal suo stupore.  “Ma ti rendi conto che mi stai salvando la vita”? la domanda disarmante di Giovanni a cui, l’infermiere di turno rispondeva con altrettanta disarmante franchezza: “Io faccio solo un piccolo pezzetto”. Quel piccolo pezzetto che, unito agli altri ti salva la vita. Una missione importantissima, come negarlo, di cui ogni paziente dovrebbe tener conto ed esserne grato, come lo è il grande pianista, che rivolge il suo pensiero anche a coloro a cui, nei reparti di degenza, sono affidati compiti diversi come la pulizia dei pavimenti, la sistemazione dei letti o la distribuzione dei pasti. E un pensiero all’Istituto nazionale tumori che per Allevi “non è un reparto, ma un luogo sacro, dove la vita si manifesta in tutta la sua autenticità. E tutto ciò che non è autentico crolla e non ha più senso”. Il Maestro conclude, in questa giornata di celebrazione del valore di una professione, con una significativa riflessione: “sono un sostenitore della scienza e della ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. Ma sappiate che una parola di speranza e un sorriso sono potenti come un farmaco”.

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