Infezioni ospedaliere e buone pratiche
Un problema che può costare fino a 1 mld. Il 20-30% di infezioni possono essere prevenute.
Infezioni ospedaliere: un vulnus che richiede azioni immediate. In Italia ogni anno 500mila pazienti sviluppano patologie legate all’assistenza e circa 2 mila decessi sono riconducibili a tale problema. In Consiglio regionale se ne è discusso il 16 aprile scorso, nel convegno “Prevenzione e gestione delle infezioni nell’esperienza della Regione Lazio”, organizzato in collaborazione con Assobiomedica. Presenti direttori generali e sanitari, igienisti, esperti nella gestione del rischio sanitario. “Occorre ridurre al minimo la possibilità di danni al paziente – ha esordito il presidente della commissione Politiche sociali e salute Rodolfo Lena – condividendo esperienze positive per assicurare a ogni cittadino uguali livelli di sicurezza”. Per questo la Pisana, con un atto del 1 aprile 2014, ha approvato le linee guida ma ora serve concretezza e soprattutto, sostiene il presidente “una adeguata e competente regia di sistema che la Regione sta strutturando con il prezioso apporto di professionisti e associazioni”. Vediamo, in concreto, le buone pratiche attuate negli ospedali nel Lazio.
SAN FILIPPO NERI
Ha avviato dal 2001 un progetto di sorveglianza integrata con report semestrali per ogni area e reparto, su possibili eventi infettivi, microrganismi e resistenze antibiotiche. Lo ha spiegato il direttore del laboratorio di microbiologia Marcello Meledandri, che ha riferito di nuovi protocolli e linee guida interne. Nell’ospedale del Trionfale è il costante rapporto con la farmacia interna – per l’analisi dei consumi e dei costi – e il servizio informativo aziendale (Sio) per il controllo sugli eventi avversi rafforzato dalla sorveglianza infermieristica delle infezioni correlate all’assistenza. Il resto lo fa un database dedicato, con l’analisi dei consumi e dei costi e la revisione periodica dei prontuari.
ASL RM B – OSPEDALE PERTINI
Attivo dal 2008 un percorso di “miglioramento di utilizzo degli antibiotici in profilassi nel blocchi operatori” per aumentarne l’appropriatezza d’uso. Lo hanno spiegato Simona Galeassi ed Egidio Sesti, della farmacia ospedaliera e del settore “gestione del rischio”. Obiettivo lo sviluppo di percorsi di profilassi che hanno prodotto, nel 2013, le “istruzioni operative di antibiotico profilassi perioperatoria nella prevenzione delle infezioni nel paziente chirurgico adulto”. Negli anni si è ridotto il tasso di inapropriatezza nell’uso dei farmaci dal 23% del 2009 al 7% per cento attuale. Un risultato condiviso da tutti gli operatori, con un contenimento dei costi e una migliore offerta di salute al cittadino.
IRCCS SPALLANZANI
L’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico – responsabile del centro regionale per il controllo delle infezioni ospedaliere – ha approvato nel 2014 il piano annuale di “risk management” (Parm) con cui si attuano i principali processi di analisi del rischio, si promuovono e mettono in campo le linee guida, con procedure e istruzioni operative. Viene individuata la figura del “risk manager” e si fissano gli obiettivi da raggiungere: utilizzo della scheda unica di terapia nei reparti, contenimento delle infezioni correlate all’assistenza (Ica). Promosso inoltre, un corso aziendale sulla sicurezza delle cure, con l’ausilio di due “facilitatori” nelle unità operative per la sistematica analisi dei cosiddetti “eventi sentinella”.
POLICLINICO UMBERTO I
Un software attivo 24 ore su 24 per gestire e permettere di consultare le informazioni in tempo reale, l’adeguamento e conversione dei materiali operatori in tessuto non tessuto (Tnt), razionalizzazione della spesa e statistiche personalizzate in tempo reale. Questi gli elementi illustrati da Susanna Sodo, ufficio qualità della direzione sanitaria del Policlinico Umberto I, che punta tutto su una diversa gestione degli interventi operatori, con forniture mirate di materiali e standardizzazione delle procedure, unite a un adeguato periodo di training per gli operatori, al fine del corretto utilizzo dei materiali per abbattere il fenomeno della merce scaduta e degli sprechi.