Intramoenia: si cambia, il San Filippo si adegua

L’intramoenia allargata ha le ore contate. Sparisce dal 30 giugno la libera professione esercitata all’esterno delle mura ospedaliere in assenza degli spazi istituzionali che ora dovranno essere ultimati in ospedali e presidi aziendali. Previsione difficile da realizzare in molte regioni. Soltanto otto di queste, tra cui il Lazio – secondo la relazione di gennaio dell’osservatorio ministeriale sulla libera professione – hanno finalizzato le risorse messe a disposizione, pari a 860 milioni ma il dettato normativo non consente deroghe. Il supplemento ordinario n. 36 della Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2012  riporta la legge di conversione del decreto Milleproroghe, il cui testo emendato restringe la proroga concessa dal 31 dicembre a fine giugno, consentendo così l’applicazione della legge 120 del 2007 che regola l’istituto ma non è mai entrata in vigore. Nel Lazio, esempio di realizzazione in linea con la legge, lo ha fornito il direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Filippo Neri di Roma, Domenico Alessio, che il 31 maggio ha inaugurato nel padiglione B della struttura un poliambulatorio e dieci studi medici più undici stanze singole con bagno, tv, aria condizionata per chi può permettersi il ricovero a pagamento. Comfort e sicurezza per una sanità di classe. Il manager dell’ospedale sulla Trionfale, incurante delle critiche mosse da alcuni sindacati, parla di scelta strategica per rispondere alla crisi della sanità regionale dovuta ai tagli imposti dal piano di rientro dal deficit. “Ci allineiamo a quanto previsto dalla legge”, precisa Alessio precursore, a dire il vero e in tempi non sospetti, della libera professione all’interno delle mura nosocomiali per aver sostenuto con forza nel 2004, come direttore generale del San Camillo Forlanini, la realizzazione di spazi a pagamento all’interno del reparto di Chirurgia toracica diretto dal professor Massimo Martelli. L’intramoenia fu introdotta con il decreto 229 del 1999 “Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale”, detto decreto Bindi e la filosofia che la ispirava  era legata all’idea che in tal modo si potesse creare un’automatica riduzione delle liste di attesa. Allo stato attuale, i risultati sono sotto gli occhi di tutti ma di fatto l’intramoenia, che ora diviene “ristretta”, è una importante fonte di entrata per le strutture pubbliche e una opportunità premiante per gli specialisti impegnati a tempo pieno in ospedale.

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