“Io non sono il mio tumore”. Si al diritto all’oblio
Legge al via, plaude Ciocchetti (FdI), soddisfazione di Aiom, associazione oncologia medica
Un provvedimento di civiltà, che vede d’accordo maggioranza e opposizione e per questo, dopo l’approvazione in XII commissione Affari sociali è in dirittura d’arrivo alla Camera dei deputati. Si tratta della proposta di legge “Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone guarite da malattie oncologiche”, che recepisce le indicazioni della Risoluzione Ue del 2022 e restituisce la completezza dei diritti alle persone guarite dal cancro. Un testo relativamente snello, di cinque articoli, che prevede l’istituzione di un Garante per la tutela dei diritti di persone che, superato il tunnel della malattia, possono tranquillamente avere accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, alle procedure concorsuali, al lavoro, alla formazione professionale, alla possibilità di adozione, senza che nessuno possa esigere la consultazione della loro storia clinica. L’Italia si allinea così a Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo, verso un percorso reso possibile grazie alla scienza e all’affermazione di un diritto che viene a colmare un vuoto normativo durato troppo tempo. Di norma di civiltà e giustizia parla il vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati Luciano Ciocchetti, che tanto si è impegnato per portare a compimento un percorso iniziato nell’autunno del 2022, che ha visto la convergenza in un unico testo di più proposte, da parte dei deputati di diversi gruppi. Il deputato di Fratelli d’Italia esprime la sua gratitudine “a tutte le forze politiche che in commissione Affari Sociali hanno compreso l’urgenza di un provvedimento volto a eliminare un vulnus fortemente lesivo della privacy delle persone, che servirà a restituire ai pazienti oncologici pari dignità”, allontanando definitivamente la possibilità che nel nostro Paese possano sussistere cittadini di serie A e di serie B, sulla base della propria cartella clinica la cui visione, da ora in poi, sarà bandita da parte di qualsiasi soggetto ne faccia richiesta. Trascorsi dieci anni dalla fine delle cure mediche per gli adulti e cinque per chi si è ammalato prima dei 21 anni – tempi secondo i quali l’aspettativa di vita si riallinea a quella normale – tutti saremo uguali di fronte al funzionario di banca che dovrà concedere un mutuo, un assicuratore che stipula una polizza o la commissione di concorso per l’avanzamento di carriera. Al di là della storia clinica, una storia che grazie alla certezza che il cancro è un “Male curabile” (copyright Umberto Veronesi), si incammina sempre di più per la giusta strada.