La lenta agonia del Cto Alesini
Mozione dell’VIII municipio per la salvaguardia dei posti di lavoro e la tutela dell’ex traumatologico
È un’eccellenza che perde pezzi, giorno dopo giorno. Il Cto Alesini, storico centro traumatologico romano è un altro esempio di demolizione della sanità pubblica nella Regione Lazio. Inserito, insieme al Forlanini e al San Giacomo, nella lista nera del 2013 di beni immobili regionali da alienare, l’ospedale sembrava poter riprendere quota in seguito a un accordo tra la presidenza regionale e l’Inail, siglato più di un anno fa, che avrebbe dovuto trasformare la struttura in polo protesico specializzato. Nulla di fatto, se non lo smembramento, il trasferimento di interi reparti: cardiologia e medicina, due divisioni di ortopedia, chirurgia del piede, cura del trauma, chirurgia generale e d’urgenza, urologia e da ultima la neurochirurgia. Grande la preoccupazione e il disorientamento degli operatori, considerato anche il declassamento del pronto soccorso polispecialistico in punto di primo soccorso, nonostante la recente ristrutturazione dei locali, con tanto di inaugurazione di Zingaretti e la spesa di 186.000 euro di cui 126 provenienti da fondi del Giubileo e 60mila della Asl Roma 2.