“La sanità riparte”. Firmato, Francesco Rocca
Proposte per trattare i codici meno urgenti sul territorio, sgravando il pronto soccorso
Continuano, anzi si intensificano le denunce sulle condizioni inaccettabili della sanità del Lazio e la nuova amministrazione regionale, guidata da Francesco Rocca prende le contromisure. In attesa che venga insediata la giunta, cominciano a delinearsi le priorità su cui i vertici di via Cristoforo Colombo intendono agire. In primo luogo, la riorganizzazione del pronto soccorso, una criticità la cui risoluzione per il presidente “Ė una questione di dignità da restituire al cittadino”. Sulle improponibili attese degli assistiti nelle sale stipate dei reparti di emergenza, o addirittura in barella, la Regione si gioca tutto, specie dopo la denuncia di Cittadinanzattiva, che a sorpresa, accende un faro sul sovraffollamento del pronto soccorso degli ospedali dei Castelli: Ariccia, Frascati e Velletri. Una segnalazione che arriva dopo anni di disagi a cui la Regione, guidata da Nicola Zingaretti con Alessio D’Amato assessore alla Sanità, non ha mai dato risposte. E un sovraccarico di cittadini bisognosi di cure urgenti, specie dopo la chiusura del pronto soccorso degli ospedali riuniti Anzio-Nettuno per opere di ristrutturazione. I provvedimenti di immediata attuazione riguarderanno le prestazioni e gli accessi, a cui si dovrà dare una accelerazione nei tempi di risposta; sarà poi la volta della carenza di operatori da affrontare con un serio programma di assunzioni. Impresa complessa, considerato che nessuna risorsa del Pnrr è destinata allo scopo e i vincoli di spesa permessa ogni anno per il personale, sono fermi ai livelli del 2004. Le decisioni saranno assunte nel rispetto del confronto con il personale, al fine di applicare soluzioni condivise. Una delle idee da mettere a punto, è riferita alla possibilità di trattare in ospedale i soggetti con codici di gravità elevati, destinando gli altri alle cure territoriali, potenziando il servizio di guardia medica e i presidi locali, non escluse le farmacie, che tanto hanno fatto nel periodo della pandemia, in termini di test e vaccinazioni. Una ripartenza in piena regola, necessaria per supplire alle carenze accumulate negli anni.