L’ambulatorio? All’ufficio informazioni

Piano di rientro, non si sa che pesci prendere. Da una parte l’inflessibile commissario alla Sanità del Enrico Bondi, con le tronchesi in mano, pronto a tagliare servizi e posti letto, dall’altra i cittadini, sempre più tartassati e imbufaliti per le lunghe attese, la scarsa qualità, la difficoltà di accesso alle prestazioni.

In mezzo gli amministratori delle Asl, vasi di coccio tra vasi di ferro, nell’impossibilità di programmare e decidere. Quanto accade alla Asl Roma E è il paradigma perfetto della situazione. Inizia tutto il 6 novembre con una nota del direttore generale dell’azienda Maria Sabia, in cui si segnala che “per conseguire risparmi in linea col piano di rientro saranno chiusi i presidi di via San Tommaso d’Aquino, via Sant’Evaristo, via Motta Visconti, via San Godenzo (quest’ultimo in realtà già chiuso da due anni, ndr.) e via Offanengo per problemi di inagibilità del piano terra”.

Le reazioni di cittadini, operatori, consiglieri di tutti gli schieramenti dei municipi interessati – nell’ordine XVII, XVIII, XIX e XX – non si fanno attendere, tanto da indurre la commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, presieduta dal senatore Ignazio Marino, a convocare i vertici Asl e il commissario Bondi lo scorso 21 novembre.
Ultimo capitolo della vicenda le proteste dei cittadini di Casal del Marmo per la chiusura del presidio di via Motta Visconti, con un risparmio di 60 mila euro annui e mille difficoltà per i residenti che dovranno ora arrivare al Santa Maria della Pietà. Per agevolare i cittadini, la direzione aziendale ha deciso di adibire la stanza di una scuola della zona a punto informativo.

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