Lazio, flop mascherine. I medici: “ci pensiamo noi”

Carenza di mascherine: nel Lazio provvedono i medici. La mattina del 28 aprile ne sono state distribuite 6 mila in strutture ambulatoriali, ospedaliere e assistenziali della Capitale. Prima tappa il centro della Asl Roma 2 Santa Caterina della Rosa, poi il presidio Santa Maria della Pietà della Asl Roma 1, l’ospedale San Camillo e infine la comunità di Sant’Egidio. Ė stato il presidente dell’ordine dei medici di Roma e provincia Antonio Magi a mettersi personalmente alla guida del camper fornito dall’”Istituto Rotariano per la Tutela del patrimonio culturale”, accompagnato dai consiglieri Musa Awad e Roberto Bonfili, per venire incontro alle ripetute richieste dei colleghi che da tempo avevano investito del problema l’ordine professionale. Il presidente ha consegnato ai direttori generali di Asl e ospedali dispositivi di protezione del tipo Ffp2, ad alta sicurezza, indicati specificamente per gli operatori sanitari. Alla fornitura del materiale ha contribuito la Protezione civile che nei giorni scorsi ha inviato all’ordine un carico di 60mila esemplari. “Siamo vicini ai nostri iscritti – dichiara Magi in una nota – per questo abbiamo accolto le richieste di dispositivi Ffp2 da parte di alcuni colleghi operanti nelle tre strutture, per consentire loro di svolgere in sicurezza il proprio lavoro, senza dimenticare le persone più bisognose, che trovano nella comunità di Sant’Egidio un sicuro riferimento”. L’iniziativa viene a riempire un vuoto organizzativo delle istituzioni, frutto di errori e ritardi. Il caso più evidente, la contestata e mancata fornitura di mascherine alle strutture sanitarie da parte della Regione Lazio, coinvolta in un bando non andato a buon fine, di cui si sta occupando la magistratura. Nei prossimi giorni l’ordine dei medici sarà presente sul territorio di Roma con altri due camper, coordinati dal vice di Magi Pierluigi Bartoletti, per effettuare tamponi e test sierologici nelle zone in cui sono stati segnalati casi di contagio e scongiurare la possibilità di nuovi focolai di infezione.   

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