Lazio, mascherine all’aperto e ordinanze da interpretare
Al via dal 3 ottobre l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto nel Lazio. La disposizione deriva dall’ordinanza del presidente della Regione Nicola Zingaretti, che porta la data del 1° ottobre e che si basa sul monitoraggio dei casi effettuato negli ultimi 14 giorni, che ha dato risultati non confortanti sulla diffusione del virus. “Si è registrata nell’ultimo periodo una recrudescenza” si legge nel provvedimento “con un indice di contagiosità in progressivo aumento, sebbene non sia stata accertata una trasmissione intra-scolastica”. Ovvero, la riapertura delle scuole non ha alcuna responsabilità secondo gli esperti ma assistiamo alla coda delle trasmissioni di Covid-19 dovuta a una estate piuttosto disinvolta: viaggi all’estero, discoteche in piena attività, movida sfrenata. E dalla media dei 30enni colpiti nella bella stagione, si è passati, precisa l’ordinanza “a una età mediana stabile a 41 anni”. In sintesi: i giovanissimi protagonisti dei divertimenti, ancorché asintomatici nella maggior parte dei casi, hanno trasmesso l’infezione in famiglia. Soprattutto sono i più giovani i soggetti meno inclini a indossare la protezione delle vie aeree. Bastava camminare in una qualsiasi strada della Capitale per constatarlo. Così la Regione Lazio è dovuta correre ai ripari e in ambito governativo si sta riflettendo sull’opportunità di ricorrere ad analogo provvedimento su tutto il territorio nazionale. L’ordinanza però suscita perplessità per quanto attiene ai soggetti esentati dall’obbligo che “rimane escluso per i bambini al di sotto dei sei anni, per i portatori di patologie incompatibili con l’uso del dispositivo e durante l’esercizio di attività motoria e/o sportiva”. I dubbi sono legati al combinato disposto di norme dell’Oms e del ministero della Salute proprio in riferimento all’attività motoria. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, assunta dai nostri esperti epidemiologi quale indiscutibile punto di riferimento, tale attività consiste in “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico superiore a quello in condizioni di riposo” mente il dicastero presieduto da Roberto Speranza, chiarisce sul sito istituzionale che nella definizione “rientrano non solo le attività sportive, ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e lavori domestici, che fanno parte dell’attività motoria spontanea”. Quindi, in base all’interpretazione “letterale” delle norme saremmo affrancati dall’uso della mascherina nel corso di una passeggiata in solitaria e in molte altre circostanze. Ma questo la Regione Lazio non lo chiarisce. Come non è chiaro se gli sportivi che eseguono esercizi in gruppo, a distanza ravvicinata, siano esentati o meno dall’obbligo di protezione. Il presidente Zingaretti, in ogni caso, ha ribadito che bisogna ritornare a quella responsabilità che c’era durante il lockdown, e seguire le regole auree “che non sono centomila ma quattro e semplici: indossare le mascherine, mantenere il distanziamento, osservare l’igiene delle mani e dell’ambiente, non creare assembramenti”.