Lazio, si rafforzano le cure del sollievo
Approvato in giunta regionale il piano per l’assistenza. Obiettivo entro il 2028, il 90% dei pazienti
Medici di famiglia e pediatri di libera scelta, assistenza domiciliare capillare, ambulatori in Asl e ospedali potenziati. Sono questi i capisaldi su cui poggia il rafforzamento del “Piano regionale delle reti di cure palliative per adulti e per l’età pediatrica”. Un provvedimento approvato il 9 marzo dalla giunta regionale del Lazio guidata da Francesco Rocca, che dispiegherà i propri effetti nel prossimo biennio. Con la legge 38 del 2010, si è definita una normativa organica per garantire un’assistenza appropriata alle persone la cui malattia evolve verso una prognosi infausta e che non rispondono più a trattamenti specifici. Si tratta di garantire la dignità e una qualità di vita alle persone, che la Regione Lazio vuole mettere al centro, come ha asserito il presidente Francesco Rocca. Attualmente, tra le residenze dedicate (Hospice) e le cure domiciliari, si contribuisce a una copertura dell’82% del fabbisogno: l’obiettivo è arrivare al 90 degli aventi diritto entro il 2028. Un traguardo raggiungibile se le istituzioni saranno disposte a cooperare, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e una grande spinta in tal senso, è assicurata degli investimenti del Pnrr, Missione 6 Salute, relativa alle “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”. Nel Lazio sono 32 le strutture di eccellenza dedicate alle cure palliative, in cui ai medici specializzati si affiancano infermieri, operatori sociosanitari, psicologi, un sistema che si sviluppa a rete, dall’ospedale al territorio, fino al domicilio del malato. Sebbene il dato percentuale di assistenza prestata sia elevato, il presidente Rocca sostiene “faremo sempre di più, con l’accreditamento di tutte le reti locali di cure palliative della Regione, per avere una mappatura chiara delle risorse presenti sul territorio. Un segnale importante che ci consente di offrire una risposta ai pazienti e alle famiglie, nel segno di una sanità che abbia al centro la dignità e la centralità della persona”. Spetterà all’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il controllo sull’avvenuto potenziamento delle reti.