Lettere: i disagi dei malati di tumore
Problemi di bilancio e di mancata programmazione, si riflettono negativamente sui pazienti più fragili
Tra le lettere che riceviamo, ne abbiamo selezionate due che, seppur di diverso argomento, rappresentano in pieno le difficoltà quotidiane dei pazienti più fragili e che inoltriamo immediatamente ai competenti uffici regionali, affinché forniscano gli opportuni chiarimenti. Scrive Ilaria Tomasi, nostra affezionata lettrice:
Apprezzo molto il vostro impegno per documentare meriti e difficoltà della sanità pubblica. A tal proposito, come figlia di una paziente oncologica, vi sottopongo la problematica legata ai caschi refrigeranti per la chemioterapia, utili a evitare o quantomeno a limitare al massimo la caduta dei capelli durante i trattamenti. Il vostro sito dava notizia della dotazione ai centri di senologia di Roma e del Lazio di tali dispositivi ma, a quanto ne so, sono arrivati solo in una piccola cittadina in provincia di Frosinone. Sinceramente non ne capisco la ragione. Voi avete una risposta?
L’altro quesito riguarda la dotazione di un mammografo digitale e acceleratori lineari al policlinico Tor Vergata di Roma, strumentazioni di ultima generazione che sarebbero però sottoutilizzate:
Un dirigente della Asl Roma 2 – che ci ha chiesto di non pubblicare il suo nome per evitare eventuali procedimenti censori – ci segnala la dotazione delle apparecchiature all’avanguardia, mammografo digitale e acceleratori lineari che al policlinico Tor Vergata sarebbero sottoutilizzate, ovvero impiegate soltanto per mezza giornata. La segnalazione, inviata all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato e al direttore generale del policlinico Tor Vergata Giuseppe Quintavalle lo scorso 8 novembre, evidenzia inoltre che sono state stipulate convenzioni per la radioterapia tra la stessa Asl e il Campus Biomedico, che assorbe larga parte dei pazienti della Asl Roma 2 in trattamento chemioterapico, alcuni con grande difficoltà a raggiungere l’ospedale di Trigoria. “Non riusciamo a comprendere – è scritto nella mail inviata all’assessore – per quale motivo si debba pagare una struttura privata convenzionata e non utilizzare le apparecchiature di una struttura pubblica di zona potenziandone il personale”.
(Nella foto: l’ingresso del Campus Biomedico di Trigoria)