Liste di attesa, la Regione ci riprova
E’ affidata a un complesso ‘Piano regionale per il governo delle liste di attesa’ la lotta ai tempi biblici per le prestazioni in Asl e ospedali del Lazio. Il presidente e commissario per la Sanità Nicola Zingaretti è deciso ad averla vinta ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: penuria di risorse, blocco del turn over, strutture attive soltanto poche ore al giorno.
Si tratta di combattere tutto questo e il Lazio ha finalmente intenzione di “dare le gambe” all’Intesa Stato-Regioni del 28 ottobre 2010 – che già definiva tempi massimi di attesa – attraverso il piano, approvato il 30 settembre in giunta. Sarà la volta poi del confronto con le parti sociali, fino al 30 settembre e con i vertici aziendali, che dovranno approvare i propri piani attuativi entro la fine dell’anno, per dar vita al nuovo corso della sanità dal 1 gennaio 2014.
Punto nodale del piano, la classificazione delle prestazioni secondo classi di priorità: urgente, da eseguire entro 72 ore, breve entro 10 giorni, differibile dai 30 ai 60 giorni, secondo che si tratti di visita o accertamento diagnostico. Per prestazioni programmate si rispettano i tempi concordati mentre quelle libero professionali intra murarie, laddove i tempi di attesa superino i limiti indicati, potrebbero essere limitate o addirittura sospese in favore dell’attività istituzionale. Un piano complesso, che prevede inoltre l’aumento delle ore di attività degli ambulatori, l’applicazione di una norma – il comma 282 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2006 – che vieta la chiusura degli appuntamenti, come sovente accade quando si supera la capienza massima in breve tempo e il rimborso, secondo il decreto 124 del 1998, a tutti coloro che non riescono a eseguire la prestazione nelle strutture pubbliche. Sarà inoltre potenziato il Recup, sistema di prenotazione regionale, con l’inserimento dei policlinici e delle strutture accreditate, oggi esclusi, nelle agende per gli appuntamenti.
In concreto, saranno i direttori generali di nuova nomina a dover garantire un’organizzazione più snella nelle aziende, con prestazioni in tempi accettabili grazie al piano attuativo aziendale, una sorta di vademecum con le raccomandazioni per la migliore riuscita del piano regionale per il governo delle liste, dal cui risultato dipenderà la valutazione degli stessi vertici di Asl e ospedali.