Lorenzin e il piano quinquennale
Nei piani del ministro c’è il Patto per la salute. Occorre, per Beatrice Lorenzin, rivedere la governance del sistema e riorganizzare la spesa sanitaria, con un occhio ai ticket, da cui il 50% dei cittadini è esentato. Nel documento presentato il 4 giugno scorso alle commissioni Affari Sociali della Camera e Igiene e Sanità del Senato, Lorenzin si sofferma molto sulle azioni di prevenzione da mettere in campo ma la parte più corposa e densa di indicazioni è, senza dubbio, quella dedicata alla programmazione con, in primo piano, la riorganizzazione dell’assistenza territoriale.
È questo per il ministro l’elemento su cui “si gioca la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”. Un nuovo modo di concepire il risparmio che – per non aumentare i ticket come previsto nel 2014 – ammonterà a circa 10 miliardi da reinvestire nel settore. Un recupero non per “tagli lineari” come avvenuto finora ma che derivi, come dichiarato dalla titolare del dicastero di recente al quotidiano “La Stampa”, da una razionalizzazione basata su un “piano quinquennale per la deospedalizzazione e le cure domiciliari” cui gli esperti stanno lavorando, mettendo in rete Asl, ospedali e studi dei medici di famiglia. Una delle soluzioni potrebbe essere contenuta negli acronimi Aft (aggregazioni funzionali territoriali) e Uccp (unità complesse di cure primarie) con presa in carico del cittadino assistito.
Un ruolo centrale avrebbero le “farmacie dei servizi”, specie per l’orientamento del cittadino. Per quanto attiene all’assistenza ospedaliera, Lorenzin ha annunciato che “è all’esame della Conferenza Stato-Regioni il relativo schema di regolamento per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi, previsto dalla legge 135 del 2012 di conversione della spending review”. Intento del ministro è anche la ridefinizione dei livelli essenziali di assistenza, per far sì che sia prevista “una soglia minima di interventi per garantire il nucleo irrinunciabile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana”.
Il punto di partenza è comunque il Patto per la Salute – accordo finanziario e programmatico triennale tra governo e regioni – che stabilirà regole e “convergenze tra Stato e Regioni nel governo del sistema”. In ogni caso, per Beatrice Lorenzin, “ulteriori riduzioni di risorse non appaiono compatibili con la sostenibilità del servizio sanitario”.