Lotta al virus: 31 tendoni nel Lazio. Da giovedì l’800118800 informerà nelle province

“Rischio zero non esiste, siamo pronti a tutto”. Ha concluso così, in modo lapidario e realistico, l’audizione di oggi 25 febbraio, in VII commissione Sanità della Pisana l’assessore Alessio D’Amato. Numerose le misure adottate nel nostro territorio. La più concreta, anche visivamente, l’installazione di 31 “tensostrutture” negli ospedali regionali, che divideranno i percorsi tra pazienti con sospetta infezione da Covid-19 e gli altri. Alcuni di questi sono stati già installati all’Istituto per le malattie infettive Spallanzani in cui sono stati ricoverati i primi tre contagiati rintracciati in Italia, polo di riferimento regionale individuato per la cura della patologia. “Ad oggi non abbiamo problemi di approvvigionamento” ha assicurato D’Amato, soffermandosi poi sui risultati dei 198 test effettuati nel Lazio di cui solo i tre citati sono risultati positivi, con il giovane ricercatore guarito e dimesso e i coniugi cinesi in via di guarigione. “Dal 30 gennaio è stata costituita una task force che monitora le segnalazioni in stretto rapporto con il livello nazionale” ha inoltre precisato, con la raccomandazione di seguire soltanto istruzioni e notizie ufficiali e non informazioni ingannevoli. Nel Lazio, non essendo presenti casi autoctoni, al contrario di Lombardia e Veneto, è sufficiente osservare le norme stabilite da uno schema-tipo di ordinanza per le regioni “non focolaio” emanato dal Consiglio dei ministri, che prevede disposizioni d’igiene pubblica da applicare in uffici e mezzi di trasporto, comprese alcune indicazioni operative sulle modalità di sorveglianza sanitaria domiciliare. Soltanto chi rientra dai territori esteri con virus endemico o arriva da aree italiane a rischio da meno di 14 giorni, ha l’obbligo di informare la Asl competente per territorio. In quel caso è prevista la “permanenza fiduciaria domiciliare”, eufemismo che sostituisce la più rigida quarantena. E veniamo allo stress dei numeri dedicati, in questi giorni messi a dura prova: 6 postazioni in più sono previste per il 112 mentre da giovedì dovrebbe entrare in funzione il numero verde 800118800 che orienterà i cittadini delle province del Lazio. Aperte le scuole, dove compariranno dispenser per il lavaggio delle mani insieme al decalogo del ministero con le norme basilari di igiene. Intanto prosegue febbrilmente l’installazione dei tendoni; domani saranno sicuramente presenti al Goretti di Latina e negli ospedali di Terracina, Fondi e Formia. Una prassi, quella delle tensostrutture, a cui ci si è affidati per le zone terremotate del Lazio e che continua a riscuotere grande consenso. Non è chiaro però se all’interno, debba operare personale della protezione civile o operatori distaccati dal pronto soccorso ospedaliero. Dalle opposizioni non sono mancate le critiche: Davide Barillari, portavoce del movimento 5 stelle ha stigmatizzato la mancanza di un piano pandemico regionale e ha consegnato 23 domande all’assessore alla Sanità che, a tutt’oggi, non hanno avuto risposta. Per Adriano Palozzi di “Cambiamo”, la nuova formazione di Toti, “è evidente che qualcosa non è andato come doveva e e si è sbagliato nei controlli e nelle pianificazioni governative”. In ogni caso il consigliere del Lazio, suggerisce in una nota “di non cedere ad allarmismi e di seguire tutte le indicazioni fornite dal ministero della Salute”. Tende ad attenersi ai dati e ai pareri dei più illustri rappresentanti della comunità scientifica, il presidente dell’ordine italiano dei biologi Vincenzo D’Anna, che ai “lunatici”, trasmissione notturna di Rai Radio 2 definisce “Il coronavirus non più grave o più mortale di una influenza” e chiarisce come le condizioni degli anziani deceduti “fossero gravemente compromesse”. La raccomandazione, per tutti, è non cedere agli allarmismi e prendere con le pinze “le brutte notizie che favoriscono i titoloni sui giornali”.

Commenti Facebook:

Commenti