M5s: “la Regione Lazio ci spieghi se il Campus Biomedico ha i requisiti per essere accreditato”
Il policlinico Campus Biomedico, struttura privata di Roma sud è al centro di un’interrogazione presentata il 31 gennaio dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle del Consiglio regionale del Lazio Roberta Lombardi (nella foto) e dal collega Loreto Marcelli, vice presidente della commissione Sanità della Pisana, all’indirizzo del presidente e commissario per la sanità Nicola Zingaretti e degli assessori alla integrazione sociosanitaria Alessio D’Amato e alla Formazione Claudio Di Berardino. I due pentastellati, facendo riferimento al carattere di ospedale appartenente a un Ateneo privato, mettono al centro del loro quesito il tema della interruzione di gravidanza in circostanze in cui si configuri il pericolo di vita delle donne. “Nella Carta delle Finalità del Campus Biomedico – è scritto dagli interroganti – si fa cenno alla aderenza ai principi di fedeltà al Magistero della Chiesa da parte di tutti i dipendenti. Nell’articolo 10 della stessa Carta – insistono i portavoce M5s – si sollecita l’impegno del personale docente e non docente, gli studenti e i frequentatori al rispetto della vita dell’essere umano dal momento del concepimento fino alla morte naturale, avvalendosi del diritto all’obiezione di coscienza, in linea con quanto previsto dalla legge 194 del 1978 sulla interruzione di gravidanza”. Fermo restando il diritto di un Ateneo non statale di seguire i valori della dottrina cristiana, secondo Lombardi e Marcelli l’obiezione non è imponibile come linea di condotta. Ma c’è di più, i due esponenti pentastellati fanno riferimento ai casi estremi, in cui “le pratiche di interruzione della gravidanza si rendono indispensabili per salvare la vita delle donne in stato di imminente pericolo, situazione in cui il personale sanitario non può invocare l’obiezione di coscienza”. Altro problema rilevante sarebbe riferito agli studenti cui sarebbe precluso il diritto a un corso di studi completo, che comprenda la contraccezione e l’interruzione volontaria della gravidanza per essere in grado di praticare quegli atti medici in cui non sia possibile fare ricorso all’obiezione di coscienza. “Il Campus Bio Medico è una struttura che opera in convenzione con il Servizio sanitario accreditata dalla Regione Lazio – specificano i rappresentanti M5s – pertanto chiediamo a Zingaretti, D’Amato, Di Berardino, se in tale policlinico sia rispettato il principio di laicità e adeguatezza e se la volontà di negare una serie di prestazioni atte a salvare la vita di donne in stato di gravidanza, non configuri motivo per la revisione dell’accreditamento”. Al momento, l’interrogazione non ha avuto risposta mentre il Campus Bio Medico si appresta ad aprire entro il mese di aprile, il nuovo pronto soccorso finanziato con 10 milioni dalla Regione Lazio.