Magi, Omceo: “aggressione al Sant’Andrea gesto ignobile”
Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma chiede il posto di polizia negli ospedali
Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma chiede il posto di polizia negli ospedali
Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma chiede il posto di polizia negli ospedali
Ė stata la notizia della morte di un familiare a scatenare, il 9 gennaio, la violenza dei congiunti contro un medico dell’ospedale Sant’Adrea di Roma. Una drammatica escalation quella delle aggressioni al personale sanitario, di cui si parla da anni ma per cui nessuno, finora, ha mosso un dito. Esiste perfino una legge in materia, la numero 113 del 2020 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, che stabilisce sanzioni e pene che arrivano fino a 5000 euro e 16 anni di reclusione. Sul tema, è stato attivato un osservatorio sulla sicurezza degli operatori ed è stata proclamata la Giornata nazionale per la prevenzione, che si celebra ogni anno il 12 marzo ma le violenze continuano indisturbate. Il 5 febbraio 2020, alla Camera dei deputati, fu presentato il film “Notturno”, diretto da Carolina Boco, la narrazione di un vissuto drammatico che mette in luce le condizioni di isolamento in cui si trovano costretti a operare i camici bianchi cui sono affidati i servizi più delicati come il pronto soccorso e la guardia medica. Il docufilm, fortemente voluto dalla Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, fortemente impegnata a contrastare tale piaga, doveva servire quale strumento di sensibilizzazione e, per l’episodio del Sant’Andrea è l’Ordine provinciale dei Medici di Roma a prendere posizione con una lettera di solidarietà al collega e vicinanza al personale infermieristico. “Siamo stanchi – dichiara il presidente Omceo di Roma Antonio Magi – di assistere a questi episodi e di denunciarne ogni volta la gravità. Se un fenomeno che sembra eccezionale diventa ripetitivo ci si deve interrogare sulle sue cause strutturali, non trattandolo dunque come un’emergenza dalla quale pare che non si possa uscire. Le aggressioni esprimono un vero e proprio disagio sociale il cui costo sociale lo pagano sempre gli operatori sanitari che non ne possono più”. La nota si conclude con la richiesta del ripristino del posto di polizia negli ospedali, istanza sollecitata da più parti ma non attuata per carenza di risorse.