Malaria e globalizzazione nessuno è immune

Appello di studiosi ed esperti per sostenere adeguatamente la ricerca. Pericolo di recrudescenza

“Occorre sostenere con adeguati investimenti la ricerca italiana nella lotta alla malaria”. Esordiscono così, in una lettera inviata ai ministri della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Università Valeria Fedeli, i ricercatori della “Italian Malaria Network”, rete di esperti e studiosi che riunisce dieci atenei nel “Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Malaria (CIRM)”, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. “La malaria resta, nonostante un’importante riduzione della mortalità del 60% dagli inizi del secolo, un problema di salute globale – continua la nota – e con la conferenza sulla Salute del G7 che si terrà a novembre a Milano l’Italia ha una buona opportunità per dimostrare il suo ruolo di leader nella ricerca e nell’innovazione. È preoccupante osservare che dal 2000 al 2015 i Paesi industrializzati europei hanno destinato consistenti risorse allo studio della patologia mentre il finanziamento pubblico italiano riservato alla ricerca malariologica è stato nullo. I pochi gruppi di eccellenza attivi in questo campo vivono esclusivamente grazie a fondi ottenuti da agenzie internazionali o fondazioni private”.

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