Malati cronici: “Molti atti pochi fatti”
Presentato il 29 maggio il XIV rapporto di Cittadinanzattiva sulla cronicità: tante ombre poche luci
Piano nazionale delle cronicità: un provvedimento che stenta a decollare. A un anno e mezzo dall’approvazione, sono i rappresentanti di 50 associazioni di pazienti e famiglie a lanciare l’allarme, raccolto da Cittadinanzattiva che, nella presentazione del XIV Rapporto nazionale “Cittadini con cronicità: molti atti, pochi fatti”, ha illustrato lo stato dell’arte. Soltanto Umbria, Puglia, Lazio, Emilia Romagna, Marche hanno emanato provvedimenti di accoglimento del piano ma, in mancanza di risorse e indicazioni certe qualità, immediatezza, appropriatezza delle cure per i cittadini non decollano.
Nel caso del Lazio, la delibera U00046 del 20 febbraio 2018 prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro con tecnici e personale sanitario, ponendo soltanto come opzione la collaborazione di esperti in materia e associazioni dei pazienti “lasciando soltanto al caso”, lamentano i rappresentanti dei cittadini “la scelta su decisioni importanti, mortificando la partecipazione degli attori direttamente coinvolti”. Sull’attuazione del piano che nasce senza risorse – in mancanza di un elemento essenziale quale la completa informatizzazione – è impegnata Cittadinanzattiva la cui rilevazione sul territorio nazionale ha evidenziato come siano ancora presenti “iniquità e oneri inutili per la collettività”.
Numerose le spese sostenute dai pazienti: dall’adattamento dell’abitazione alla retta per le strutture assistenziali, passando per il compenso alla badante. Per non parlare delle difficoltà negli spostamenti, dell’isolamento sociale e del complesso reinserimento nel lavoro.
Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e delle Associazioni dei malati cronici, lancia un monito a governo e regioni perché il Piano cronicità sia inserito nei Lea, i livelli essenziali di assistenza che il Servizio sanitario deve garantire tout court.