“Malati non Covid, riattivare i presidi dismessi”

Istat: i dati sul numero dei decessi registrati in Italia tra marzo e novembre 2020, stanno suscitando un vivace dibattito nella comunità scientifica e tra l’opinione pubblica. L’istituto di statistica, riferendosi al periodo che ha visto l’acme della epidemia tra marzo e novembre, fa emergere un aumento di 85.624 morti rispetto agli anni compresi tra il 2015 e il 2019 ma solo due terzi di queste vittime sarebbero da attribuire ufficialmente al Covid-19. La notizia ha trovato conferma sul sito del ministero della Salute che ha fornito numeri più o meno aderenti e, dalla interpretazione dei dati, si deduce che siamo in presenza di almeno 30 mila decessi in più non attribuiti al virus. In sintesi: i malati di altre patologie non sarebbero stati curati e salvati come negli anni passati. Ospedali in affanno? Una attenzione affievolita sotto la pressione del virus? Cittadini restii a recarsi in ospedale e sottoporsi alle cure per paura della pandemia? Sono interrogativi su cui anche l’Ordine dei medici ha lanciato l’allarme e che per il momento non hanno trovato risposte. Sul caso interviene Pasquale Ciacciarelli, consigliere regionale, che suggerisce una sua ricetta: “occorre potenziare le strutture ospedaliere, specie quelle della provincia, riconvertendo le strutture dismesse come l’ospedale di Anagni, Ceccano e Pontecorvo. L’attenzione al coronavirus è sacrosanta – sottolinea l’esponente della Lega – ma bisogna garantire l’assistenza agli altri malati, senza attendere che le patologie non Covid degenerino”. Il consigliere avvia una riflessione sulla destinazione dei cospicui fondi regionali impiegati in varie ristrutturazioni di presidi sanitari, auspicando che gli stessi trovino destinazione più consona nel recupero di strutture oggi dismesse o sottoutilizzate. “Patologie cardiovascolari, in primis gli infarti, tumori ma anche depressione e disturbi psichiatrici sono in aumento ma nessuno sembra prestare la giusta attenzione. La pandemia non può essere un pretesto per trascurare le altre malattie. Giunta e assessorato della Regione Lazio debbono garantire i servizi necessari. La provincia di Frosinone, in particolare, deve poter fruire di più presidi ospedalieri in grado di garantire un’offerta sanitaria soddisfacente”.  

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