Mattanza suini di ‘Sfattoria’: “La Asl Roma 1 ci ripensi”
Ė partito tutto da una inspiegabile ordinanza, sta diventando un caso di grande rilievo. Tutto muove dalla peste suina per la cui prevenzione, la Regione Lazio ha emanato disposizioni volte all’abbattimento di capi presenti nella cosiddetta zona rossa, individuata in un ampio territorio di Roma Nord, in larga parte ricadente nel parco dell’Insugherata. La burocrazia a volte è cieca e, nell’enfasi emergenziale, non guarda ai singoli casi. Così, delle drastiche norme volte alla mattanza degli animali colpiti – e non – dal morbo, potrebbero far le spese maiali sanissimi, controllati e sotto sorveglianza veterinaria continua. Ė quanto sta accadendo ai suini presenti nella “Sfattoria degli ultimi”, singolare esperienza in cui un gruppo di volontari ha deciso di sottrarre gli animali dallo sfruttamento e dal maltrattamento, accogliendo nel tempo suini e cinghiali raccolti per strada o in cattività, li ha vaccinati e dotati di microchip. “Un modello virtuoso di coabitazione tra uomo e specie animale, finalizzato allo sviluppo della socialità”, dichiarano gli ideatori del progetto, fin quando l’occhio insensibile della burocrazia non si è posato sull’innovativo esperimento, sollevando una moltitudine di reazioni. Per prima, il 10 agosto, la senatrice del gruppo parlamentare Cal – Costituzione Ambiente Lavoro – Silvana Giannuzzi, che ha presentato una interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza, che a tutt’oggi non ha avuto esiti. Animalista da sempre, in prima linea nel proporre la campagna per il contrasto al fenomeno del randagismo o sensibilizzare con spot tv contro l’abbandono dei nostri piccoli amici, la parlamentare ha chiesto, invano, al titolare del dicastero di lungotevere Ripa di prendere posizione contro l’ordinanza emanata dalla Asl Roma 1, competente per territorio. Giannuzzi ha parlato di “ingiustificato abbattimento”, in quanto i 130 ospiti della Sfattoria, tra cui cuccioli di due mesi, “non sono destinati al consumo alimentare pertanto, non rappresentano in alcun modo un pericolo per la salute umana” e all’appello si sono uniti diversi colleghi del Senato, firmando l’atto parlamentare, tra cui Virginia La Mura, Luisa Angrisani, Barbara Lezzi, Silvana Abate, Cataldo Mininno, Bianca Laura Granato, Rosellina Sbrana, Nicola Morra, Vilma Moronese, Elio Lannutti, Margherita Corrado e Paola Nugnes. Un atto non sufficiente, quello della vicepresidente della commissione del Senato “Politiche dell’Unione europea” a far arretrare Asl e Regione Lazio, direttamente coinvolta con l’assessorato alla Sanità, tanto che i volontari della Sfattoria hanno dovuto adire il Tar regionale, che ha rigettato il ricorso, decisione “Appresa con sconcerto” dal consigliere regionale Daniele Giannini, membro della commissione Sanità della Pisana. “Questo significa la condanna a mattanza sicura di 130 animali – ha dichiarato l’esponente della Lega – da considerarsi veri e propri animali d’affezione, sani e curati quotidianamente da centinaia di volontari”. E non ha lesinato critiche ai vertici della Asl Roma 1, che non avrebbe fatto distinzione tra “esemplari da allevamento e, appunto, animali da compagnia, e soprattutto tra animali malati e sani”, applicando in modo pedissequo l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Una filiera istituzionale e politica – ministro, presidente del Lazio, assessore e Asl – contro cui si sta sollevando una infinità di risentite critiche e a cui stanno cercando di porre rimedio gli esponenti di maggioranza nel Consiglio regionale del Movimento 5 stelle Valerio Novelli, presidente della commissione Agricoltura e Ambiente della Pisana, insieme a Loreto Marcelli, vicepresidente della commissione Sanità, che hanno inviato una richiesta ufficiale alla direzione Sanità dell’assessorato, per la convocazione di un tavolo tecnico sulla questione. “Siamo consapevoli del lavoroche la ‘Sfattoria degli ultimi’ ha svolto in questi anni per sottrarre gli animali allo sfruttamento e al maltrattamento – ha dichiarato Novelli – ed è necessario trovare una soluzione al problema”. Al tavolo tecnico, oltre ai relativi assessorati Sanità e Agricoltura, la Asl Roma 1 e il commissario prefettizio, sono convocate le associazioni animaliste Norsa e Lav. Ora, si attende una convocazione tempestiva, affinché il problema sia affrontato definitivamente ed è aperta una petizione online contro l’abbattimento. https://www.change.org/p/salviamo-gli-animali-de-la-sfattoria-dall-abbattimento-save-our-animals-from-slaughter