Dopo le invocazioni di papa Benedetto XVI, a non considerare la salute una merce e a ripensare il ruolo degli ospedali, un altro importante assist al Servizio sanitario nazionale arriva dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel tradizionale discorso di fine anno ha toccato i temi sanitari e della ricerca scientifica. “Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi – ha raccomandato il presidente – ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive”. Una indicazione importante quella del capo dello Stato, che ha sottolineato l’insostituibilità di questo nostro presidio, non dimenticando la centralità della persona e quindi ribadendo l’intento di umanizzare l’assistenza, riferendosi ai bisogni concreti, non indotti. Altro punto di rilievo è il riferimento al territorio di residenza e tutti sappiamo quanto gravino sulle regioni i costi per la mobilità passiva per cui, specie dal Sud, molti sono costretti a emigrare per ricevere prestazioni in regione diversa da quella in cui si vive. Immancabile il riferimento al Covid che “non è ancora sconfitto definitivamente e da cui abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare”. Tale affermazione si lega indissolubilmente al richiamo alla Costituzione, invocata più volte da Mattarella, che considera la Carta una guida laddove prescrive che “la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che ledono i diritti delle persone”. E il pensiero va immediato a quel diritto al lavoro, sospeso per diversi mesi per qualcuno che non aveva accettato, sempre ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione di “essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Nel nostro Paese, in cui una carta verde ha sostituito la legge, di tale riferimento si dovrebbe sempre tener conto.

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