Un maxi bando da quasi 100 milioni “Procedura aperta aggregata per l’affidamento dei servizi di assistenza infermieristica e del personale sociosanitario di supporto (Oss) per la Asl Roma 1 e la Asl Roma 4 e per l’assistenza riabilitativa per la Asl Roma 1. Importo complessivo presunto per 48 mesi pari ad euro 97.137.817,89”. Ovvero, quando la sanità pubblica abdica e si affida completamente alle cooperative esterne. Così la grande azienda sanitaria di Roma, che gestisce i presidi della ex asl Roma A  (centro storico), della E (Prati Trionfale) e dell’ospedale San Filippo Neri, in un territorio che comprende il 40 per cento della superficie cittadina, con oltre un milione di residenti e un transito continuo di turisti, da anni segue tale procedura, con motivazioni molto stringenti, tutte elencate nei corposi atti amministrativi. Si tratta di “garantire la regolare prosecuzione dei servizi pubblici erogati in favore degli utenti delle strutture sanitarie della Asl Roma 1”, è riportato nel testo della deliberazione numero 351 del 16 giugno scorso del commissario straordinario Giuseppe Quintavalle, nominato il 5 aprile 2023, solida esperienza manageriale in sanità maturata in altre Asl della provincia e attualmente, presso il policlinico Tor Vergata di cui è direttore generale. E ancora, i servizi sono affidati ora in proroga agli infermieri della Nuova Sair Cooperativa Sociale e alla Cooperativa Consorzio Blu e messi a bando per “assicurare il costante e ininterrotto rispetto degli elevati standard qualitativi caratteristici della Asl Roma 1, evitare l’insorgere di gravi e irreparabili pregiudizi per l’interesse pubblico al godimento delle funzioni istituzionali affidate alla Asl Roma 1”, il tutto corredato da una analitica relazione esplicativa, con costanti accenni alla “necessaria riorganizzazione delle attività di assistenza alla persona e delle motivazioni che hanno determinato l’aumento dei fabbisogni previsti per la realizzazione del servizio”, dovuto al “perdurare dello stato di emergenza sanitaria derivante dalla pandemia da Covid-19 che ancora oggi comporta la necessità di procedure e percorsi dedicati ai pazienti Covid positivi, al recupero e sviluppo delle attività chirurgiche particolarmente penalizzate durante l’epidemia, all’adeguamento dei posti letto, in area critica dell’emergenza, in pronto soccorso, negli ospedali, che richiede tuttora un organico di personale aggiuntivo in relazione all’aumento dei tempi di attesa”. Tutto in funzione dei pazienti quindi, ma anche in supporto di “ulteriori servizi attivati all’interno del Dipartimento di salute mentale, della morgue “reinternalizzata nel novembre 2020” presso i due ospedali San Filippo Neri e Santo Spirito “con notevole impegno di personale sociosanitario”. Si tratta inoltre di riempire i vuoti in organico, oltre che nei grandi ospedali come il San Filippo e il Sant’Andrea, anche in presidi come il Nuovo Regina Margherita di Trastevere, l’Oftalmico di piazzale degli Eroi, il San Paolo della Asl Roma 4 a Civitavecchia e i poli sanitari all’interno degli istituti di pena Regina Coeli e il minorile Casal del Marmo, afferenti alla Asl Roma 1. Con una politica assunzionale in Asl e ospedali, bloccata a un tetto di spesa che risale al 2004 e che nessuno si preoccupa di adeguare. Chissà per quale motivo.

 

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