Medici/1. L’ordine di Roma lancia un manifesto unitario, plaude l’Amsi (medici stranieri)
“Una svolta coraggiosa e costruttiva a favore della professione, per recuperare il ruolo centrale del medico, rafforzare la collaborazione interprofessionale e il rispetto reciproco, umanizzare il Servizio sanitario nazionale, combattere la medicina difensiva e intensificare l’aggiornamento professionale”. Ė questo il giudizio di Foad Aodi, presidente dell’Amsi – Associaziome Medici Stranieri in Italia – relativo al “Manifesto unitario” adottato dall’Ordine dei Medici di Roma a fine luglio, in cui si fa appello al recupero del ruolo centrale del medico, da riconquistare attraverso una “ritrovata armonia in sintonia con i principi etici e valoriali insiti nel Codice Deontologico”. Il documento, proposto dal presidente dell’Ordine Roberto Lala e sottoscritto da esponenti di primo piano tra i camici bianchi della Capitale – Massimo Martelli, Pier Luigi Bartoletti, Ivo Pulcini, Luigi Marsella e lo stesso Foad Aodi – prende spunto dall’attuale situazione di crisi di un sistema “che rischia di implodere in futuro” e propone ricette tanto universali quanto reiterate più volte ma poco ascoltate, a quanto pare, dalle istituzioni. Si parte dall’analisi del contesto, riferendosi al ruolo sempre più “burocratizzato” del medico e alla gabbia della cosiddetta “medicina difensiva”, pratica per cui i medici prescrivono indagini ridondanti, spesso non necessarie, per ridurre la loro esposizione a un giudizio di responsabilità da parte dei pazienti per “malpractice”, passando per la necessità di un aggiornamento costante e qualificato, di un impellente sblocco delle assunzioni e di una formazione adeguata al mutato contesto sociale, demografico ed epidemiologico in cui il professionista si trova ad operare. Tra i punti in programma, l’estensione dell’appello e la condivisione dello stesso a livello nazionale, così da fare da pungolo a istituzioni troppo assenti.