Medicina riproduttiva, Greco: “Pensare a un corso universitario”
Dal presidente della Società italiana della riproduzione, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“Occorre ripensare la sanità in una prospettiva più ampia di intervento, rivalutando aspetti decisivi come la prevenzione, la diagnosi genetica pre-impianto nel caso delle tecniche di Pma (procreazione medicalmente assistita, ndr) e la ricerca scientifica, che devono poter contare su maggiori risorse economiche, per garantire ai cittadini, anche con una più attenta e articolata attività di comunicazione e sensibilizzazione pubblica su questi temi, la massima tutela della salute”. Lo afferma Ermanno Greco, Presidente Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), in una lettera al quotidiano La Verità pubblicata il 29 ottobre, aggiungendo che “serve un cambio culturale, una presa di coscienza delle problematiche esistenti e delle opportunità che offrono le nuove tecnologie. In questa direzione può essere utile un percorso di formazione universitario specifico sulla Medicina della Riproduzione, una sorta di specialità nella specializzazione in Ostetricia e Ginecologia”. “L’età è un fatto determinante per la buona riuscita delle tecniche di Procreazione medicalmente assistita – osserva Greco – con l’età, infatti, aumenta il numero degli ovociti non sani, tanto che nelle donne over 35 prima di un impianto viene verificata la salute dell’embrione per testarne la qualità. Ci sono due aspetti da tenere in considerazione: la crescente infertilità di donne e uomini e la necessità di prevenzione. Come emerge da uno studio che, come Società italiana della Riproduzione abbiamo presentato ad Amsterdam, al 40° Congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (ESHRE), a disposizione della donna c’è una nuova tecnica di ringiovanimento ovarico: il sangue autologo arricchito di Piastrine (PRP) si è dimostrato in grado, se iniettato all’interno delle ovaie, di aumentare la riserva ovarica e ottimizzare le tecniche di Pma, senza dover ricorrere a programmi di ovodonazione. Per l’uomo infertile vi sono tecniche di selezione degli spermatozoi che attraverso i microfluidi possono costituire un mezzo valido per assicurare più sicurezza e successo nei programmi di Pma” conclude il professore. (Nella foto: il presidente Sidr Ermanno Greco)