Medicina solidale, l’ambulatorio a rischio chiusura diventa petizione sul sito change.org
La reazione è unanime: il servizio di Medicina solidale, organizzazione deputata all’assistenza alle persone fragili attraverso cinque ambulatori territoriali, non può chiudere. Dopo 15 anni di ininterrotta attività e 15 mila pazienti assistiti, la struttura gestita da medici e volontari di una onlus, inserita tra i servizi del policlinico Tor Vergata, rischia di essere azzerata perché non prevista dall’atto aziendale (regolamento di organizzazione, ndr) dell’ospedale. Accade nella sanità del Lazio in piano di rientro, governata dal ministero dell’Economia più che da quello della Salute. Le critiche non sono mancate: dagli articoli di fuoco del quotidiano Avvenire, alle dichiarazioni di molti esponenti del Consiglio regionale. Di “brutta figura” parla Pietro Sbardella del gruppo Misto e chiede a Zingaretti “di venire a risponderne alla Pisana”. Fabrizio Santori, di Fratelli d’Italia, tuona contro “l’insopportabile affronto al mondo della solidarietà”, ponendo l’attenzione sul “lavoro prezioso e il ruolo di vigilanza svolto dalla onlus a garanzia della salute pubblica”. Anche esponenti della maggioranza alla Pisana mostrano la propria preoccupazione. Marta Bonafoni di Mdp chiede a tutte le istituzioni coinvolte “un percorso certo per salvare un servizio caro anche a Papa Francesco”, proponendo un apposito protocollo con Tor Vergata o un inserimento nella programmazione dei servizi territoriali. E l’appello finisce in una petizione sul sito www.change.org.