Sanità, il grande malato che non si riesce a curare. Anche il 2025, così come l’anno appena passato, si apre con articoli e inchieste di importanti quotidiani sul tema che indicano, quale rimedio prevalente, la funzione del medico di famiglia, che deve essere accresciuta e valorizzata. Peccato che anche i camici bianchi, primo presidio del territorio, siano in crisi da tempo. Ė problema nazionale, legato alla mancata programmazione dei decenni passati, alla carente organizzazione del Servizio sanitario pubblico e a una normativa che non ingloba i medici di medicina generale nello stesso servizio, in quanto godono dello status di liberi professionisti. Così da tempo, in tutte le Regioni, migliaia di cittadini rimangono spesso privi del dottore che va in pensione senza essere sostituito. A Roma tale emergenza si è verificata nell’estate del 2023 in VI Municipio, alla borgata Arcacci e nel centro residenziale di Colle del sole, estrema periferia est della capitale. Nel 2021 nel Lazio i medici di medicina generale erano 4.354, oggi sono ridotti a 4.056. A Roma erano 2.526 e ora sono 1.982, più di 500 in meno, secondo i dati forniti dall’Ordine dei medici provinciale. Un quadro, in particolar modo nella città metropolitana di Roma, che vede aree periferiche scoperte da uno dei servizi di base fondamentali per il cittadino. Si stima, sempre secondo l’Ordine, che nella Regione i camici bianchi debbano essere circa 5.400 mentre, nella capitale, ci sarebbe bisogno di  2.800 professionisti ma la tendenza è quella di un’ulteriore riduzione del 40% entro il 2025 a causa dei pensionamenti. Attualmente, in particolare, stanno affrontando tale criticità i residenti nell’XI Municipio di Roma, area Portuense, in cui insiste la Asl Roma 3, che ha le mani legate se la Regione Lazio non pubblica bandi per la copertura delle cosiddette “zone carenti” con specifici vincoli per l’apertura di studi medici nelle zone periferiche. La prima emergenza infatti, si è verificata a Ponte Galeria nell’autunno 2023, in cui 3mila assistiti rimasero senza medico di famiglia. Ora sono sempre i quartieri a ridosso della via Portuense a lanciare l’allarme: in pochi mesi, nell’area compresa tra il Trullo e largo La Loggia, sono ben cinque i professionisti andati in pensione e, al momento, non si intravede la possibilità di sostituzione entro tempi ragionevoli. “Ė un problema gravissimo” lamentano all’unisono alcuni frequentatori di un centro anziani di zona. “Specie per noi, che abbiamo difficoltà a spostarci, con l’ospedale Forlanini chiuso da anni e inutilizzato – puntualizzano con veemenza – ci ritroviamo senza possibilità di essere assistiti puntualmente, in caso di problemi urgenti”. Un vero e proprio attacco all’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute.

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