Medico scolastico, figura irrinunciabile
Medico scolastico, una figura imprescindibile in tempi di Covid-19. La situazione è matura, il coro di favorevoli al ripristino della medicina negli istituti di istruzione è unanime. Dal ministro della Salute ai sindacati, passando per i presidenti di molte Regioni e gli Ordini professionali. “Per il rientro in classe a settembre è necessario garantire un presidio medico in ogni scuola”, ha sentenziato la Cgil al termine dell’incontro con il Comitato tecnico scientifico istituito presso il dicastero di Roberto Speranza. Ai sindacalisti fanno eco autorevoli rappresentanti della comunità scientifica, primo fra tutti Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive 3 dell’ospedale Sacco di Milano, a seguire, il presidente dell’Ordine dei medici di Roma Antonio Magi, lo stesso ministro della Salute Speranza, il suo sottosegretario e medico Pierpaolo Sileri, del Movimento 5 stelle i cui rappresentanti in Regione Lazio hanno presentato una mozione in tal senso, poi approvata dal Consiglio. Una figura fondamentale per la diagnosi precoce delle malattie, l’educazione alla salute, la prevenzione e il sostegno a genitori e corpo docente, presente un tempo su scala nazionale, abolita negli anni Novanta nella convinzione di ridurre i costi. Senza considerare il beneficio che deriva da una popolazione in salute, ben più alto e rilevante della spesa necessaria alla reintroduzione di questo professionista, che avrebbe una ricaduta economica positiva su tutto il sistema sanitario nazionale. Secondo Speranza bisogna “ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità, recuperando il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni ’90. Una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole”. E alcune regioni, tra cui la Basilicata e la Toscana, si sono immediatamente attivate – quest’ultima ha addirittura lanciato una “call” per reperire i camici bianchi – ritenendo indispensabile per un tranquillo ritorno a scuola tale figura, per cui sarebbe necessario uno stanziamento intorno ai 500 milioni di euro. Secondo Giulia Grillo, già ministro della Salute nel governo gialloverde “A conti fatti una figura del genere in ogni scuola costerebbe comunque sempre di meno che curare le patologie una volta che si presentano”. Non solo un presidio anti Covid-19: il medico scolastico, oltre a fornire una fotografia aggiornata dello stato di salute degli allievi, dovrebbe occuparsi di prevenzione e diagnosi precoce. Problemi di salute e corretti stili di vita, disturbi della sfera psichica, della sessualità, prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, bullismo, dipendenze da sostanze e da dispositivi tecnologici. In sintesi: un database con le condizioni di salute dei bambini e dei ragazzi e una fonte autorevole per consulenze sulle vaccinazioni, problema di primo piano in questi ultimi anni. Il medico sarebbe perfettamente in grado di informare i genitori con autorevolezza e basi rigorosamente scientifiche sull’una o l’altra scelta. E ai docenti potrebbe dare consigli importanti su come comportarsi in caso di bisogno, con alunni affetti da diabete, epilessia e altre patologie che possono richiedere interventi d’urgenza.