Melanoma: “Protezione anche in montagna”
Parte la campagna di prevenzione nella Regione Veneto, Cortina sotto osservazione
Melanoma, un tumore in preoccupante crescita, che si è rivelato la patologia più frequente tra le popolazioni delle zone montane. Sotto la lente d’ingrandimento la Regione Veneto, i cui dati epidemiologici riportati nel Registro tumori evidenziano la prevalenza della malattia. Per questo, il 12 febbraio è stata presentata a Cortina, dall’assessore alla Sanità regionale Manuela Lanzarin la campagna che partirà in Veneto per combattere questo tumore, con un focus particolare sull’area delle Dolomiti. Comunemente si tende a pensare che i raggi del sole colpiscano in particolare chi si espone sulle spiagge. In realtà, l’esposizione ai raggi solari rappresenta un rischio anche in montagna e le Olimpiadi invernali che si apriranno tra un anno, possono rappresentare un buon veicolo di sensibilizzazione, a partire dagli sportivi fino ad arrivare al grande pubblico, considerato che è risultato agli specialisti, che un terzo degli escursionisti e un quarto degli sciatori affrontano la montagna senza alcuna protezione solare per la pelle. Nel corso della conferenza – alla presenza di dermatologi, docenti universitari, i vertici dell’Azienda Ulss 1 Dolomiti, il direttore della Prevenzione regionale e il sindaco di Cortina a fare gli onori di casa – sono stati presentati i dati relativi all’incidenza della patologia relativi al territorio della stessa Ulss. Dalla indagine, emerge che in quell’area, nel 1990, il tasso di incidenza standardizzato per età era di 6,3 su 100.000 per gli uomini e 13,8 su 100.000 per le donne. Nel 2021 è sestuplicato arrivando a 39,5 casi su 100.000 per gli uomini e più che raddoppiato a 33,2 casi su 100.000 per le donne. Il melanoma rappresenta la prima causa di tumore nei maschi sotto i 50 anni e la seconda causa più frequente per il sesso femminile della stessa fascia d’età. Nei soggetti con un’età tra i 50 e i 69 anni, si posiziona come la quarta causa di tumore più frequente negli uomini e la terza nelle donne. “È importante agire con una strategia mirata per arrestare la crescita di una patologia che è possibile prevenire con corretti comportamenti – ha sottolineato l’assessore Lanzarin – i rischi dell’esposizione al sole sono associati comunemente alla spiaggia e alla balneazione ma le condizioni che caratterizzano le aree di alta quota con un’elevata intensità delle radiazioni UV e l’effetto amplificante del riflesso sulla neve, che aumenta la quantità di raggi ultravioletti fino all’80%, rendono le attività in montagna particolarmente rischiose per la pelle”. Il consiglio, quindi, è adottare azioni specifiche di prevenzione sia per quanto attiene alla protezione della pelle, sia per ciò che concerne l’abbigliamento tecnico in grado di schivare i raggi violenti del sole. Non mancano certo gli strumenti idonei. (Nella foto: Zaia e Lanzarin)