Mission impossible, assistenza in picchiata
È riportato in tutti gli atti aziendali, regolamenti di cui ogni Asl o ospedale si dota per la propria organizzazione: l’assistenza deve essere di elevata qualità, la cura efficace, il rapporto umano, i tempi di risposta brevi, la gestione efficiente, l’accesso equo, le prestazioni appropriate, le risorse assegnate sufficienti a fronteggiare la richiesta, e via discorrendo. In tali, insopprimibili formule – e altre apprezzabili buone intenzioni – cui ogni direzione strategica aspira, è racchiusa l’essenza di ciò che la nostra sanità dovrebbe essere. Un servizio per la tutela della salute del cittadino, quale interesse primario dello Stato e della collettività, sulla scia di quanto solennemente proclamato dalla Carta costituzionale all’art. 32. Se la salute è un diritto l’assistenza puntuale e appropriata dovrebbe esserne il corollario ma, a quanto pare, non sempre ciò si verifica.
Scorgiamo, in chiusura di giornale, tra le notizie di agenzia l’ennesima polemica, con relativa denuncia, per un’attesa troppo prolungata nel pronto soccorso di un grande ospedale romano che pare abbia causato la morte di una anziana signora. Non è il primo caso, purtroppo non sarà l’ultimo e non si riesce da tempo immemore, a trovare soluzione a tale stato di cose.
Piuttosto che andare in vacanza, scegliamo di uscire con un numero speciale ad agosto, dedicato ai 150 dell’Unità d’Italia, per raccontare in sintesi gli sforzi delle autorità e del legislatore agli esordi della Nazione, atti ad assicurare a tutti i connazionali, indipendentemente dal censo e dal territorio di appartenenza, livelli uniformi di assistenza. Dai primi Regi decreti alle recenti norme, dalle leggi di coordinamento alle revisioni costituzionali, si è cercato di far aderire l’organizzazione sanitaria alla evoluzione del Paese e, se fino a qualche anno fa tale alchimia sembrava realizzarsi, oggi dobbiamo amaramente constatare che si è smarrita la bussola. Sarebbe superfluo perdersi in una sterile dissertazione su cause e colpe di questo o quel soggetto.
Sicuramente è il momento di trovare il rimedio. Si tratta di individuare quali potrebbero essere le forze che guidano il cambiamento, gli strumenti, gli obiettivi. Al momento non è semplice scorgere l’uscita dal labirinto ma siccome la speranza è l’ultima a morire, da queste pagine lanciamo un appello. Chi se la sente, risponda.