Morte improvvisa, una legge per indagarla
Due proposte di Ciocchetti (FdI) e Malavasi (Pd) per un evento tragico su cui far luce
Morte improvvisa giovanile, una piaga che in Italia colpisce 200 persone l’anno, di una età al di sotto dei 44 anni e gli esperti sono concordi nell’affermare come l’autopsia e i test genetici sulla persona deceduta siano fondamentali per comprenderne le cause e attuare strategie di prevenzione. Vanno in questa direzione due proposte di legge di maggioranza e opposizione, una a firma di Fratelli d’Italia, l’altra del Partico democratico, illustrate in una conferenza stampa promossa il 18 febbraio dal vicepresidente della Commissione Affari sociali e sanità Luciano Ciocchetti (FdI) e da Ilenia Malavasi, parlamentare dem componente della stessa commissione. La situazione richiede una particolare attenzione in quanto, fino al 40% delle morti improvvise giovanili può avere una causa geneticamente determinata ma in meno del 50% dei casi di morte improvvisa viene eseguita una diagnosi autoptica. Poco per consentire di far luce sulle cause dell’evento e fornire informazioni importanti alle famiglie. Troppo spesso, i congiunti della persona improvvisamente deceduta non sono a conoscenza di malattie sottostanti, non riconosciute, che possono avere un’origine genetica. A tali condizioni, aumenta il rischio che in quella famiglia, possano verificarsi altri casi. Nella sala stampa della Camera dei deputati, presenti esperti e specialisti, sono stati esaminati tutti gli aspetti legati a tale tipologia di infausto evento. “Non tutte le morti improvvise giovanili hanno alla base un problema cardiaco. Possono essere dovute a un’emorragia cerebrale, a un problema respiratorio – chiarisce Cristina Basso, ordinario di Anatomia patologica e direttore di Patologia cardiovascolare all’Università di Padova, responsabile Registro Morte improvvisa – l’unico modo per fare una diagnosi è l’autopsia”. La professoressa specifica l’importanza di “dare un nome e un cognome alle malattie per dare queste informazioni alle famiglie e consentire l’eventuale identificazione precoce di una patologia”. Al momento, però, la richiesta di autopsia in Italia è lasciata alla discrezione del medico o dell’autorità giudiziaria, per questo è importante istituire una legge che preveda l’obbligatorietà del riscontro diagnostico anche per le morti improvvise giovanili proprio come già avviene per le cosiddette ‘morti in culla’”. Sul tema interviene Camillo Autore, dell’Università “La Sapienza” di Roma, del gruppo di studio Malattie del miocardio e pericardio Società italiana di Cardiologia. “Nel nostro Paese il fenomeno è sottostimato – precisa l’esperto – è importante la valutazione diagnostica completa dei familiari della persona deceduta. Se si sospetta una patologia ereditaria è bene studiare la famiglia per evitare altri casi”. L’intento è quello di arrivare a un testo unico, per licenziare in tempi ragionevoli una legge che, per i due parlamentari rappresenta “un investimento salvavita per le famiglie”, puntando sulla prevenzione e la formazione.