Municipio, fucina del capitale sociale
Crisi economica e crisi sociale. Le ripercussioni della prima incidono fortemente nella erogazione dei servizi ai cittadini, specie quelli delle fasce deboli, i più fragili. Il nostro viaggio nei municipi di Roma prosegue nel XVI, il cui territorio si estende da Trastevere a Massimina, passando per Monteverde e Bravetta. Daniela Cirulli, consigliera dal 2006, assistente sociale della Asl Roma D, membro della commissione che si occupa, tra l’altro, di comunicazione e partecipazione dei cittadini, ci illustra il sistema di Welfare municipale, basato sull’integrazione tra politiche sociali, educative, sanitarie, urbanistiche, della casa e del lavoro. Un insieme di tanti elementi, come si conciliano tra loro? È un modello mutuato dalle norme vigenti: la legge 328/2000 sulla integrazione tra sociale e sanitario, che valorizza lo specifico di ogni territorio, le reti di risorse presenti, il ruolo degli enti locali che debbono dare risposte concrete ai bisogni evidenziati. Una gestione partecipata della cosa pubblica… Esattamente. Il sistema viene riprogrammato periodicamente con il concorso di tutti gli attori coinvolti, sulla base di una analisi condivisa dei bisogni. In un momento di crisi, quali sono le richieste più frequenti? Nel momento attuale stanno cambiando velocemente. Accanto a un’utenza tradizionale di disabili, anziani indigenti, ex carcerati, nuclei monoparentali e similari, per cui abbiamo risposte consolidate che assorbono quasi tutto il budget a disposizione, emergono nuove vulnerabilità dei ceti medi. Un’emergenza inaspettata con poche risorse a disposizione Si, in questi casi l’impoverimento è un’amara sorpresa: l’uscita dal mercato del lavoro nella mezza età, una separazione, uno sfratto esecutivo, genitori anziani e invalidi, figli adulti inoccupati. La casistica è lunga ma la risposta deve essere immediata: reinterpretare il principio di universalità del Welfare Con quali risorse e programmi? Insieme ai bisogni tradizionali, bisogna intercettare esigenze nuove e diffuse attivando nuovi canali di ascolto e partecipazione, programmare interventi preventivi e di tipo comunitario, più che individuale, non esaurire il budget per casi limitati e individuati. Impresa improba per municipi con scarse risorse e poteri limitati Colgo l’occasione per riaffermare l’importanza del municipio quale istituzione di prossimità che deve ricondurre i cittadini all’interno dell’agorà sociale con percorsi di inclusione, accompagnamento, ascolto. Non si deve contare solo sulle forze dell’amministrazione ma stringere un patto con la cittadinanza favorendo la partecipazione e la crescita di questo straordinario capitale sociale.