Napoli: boato nel nuovo ospedale, è stato il gas
Napoli: “per fortuna non ci è scappato il morto”, sussurra qualche scaramantico partenopeo. Questa mattina all’Ospedale del Mare, quartiere di Ponticelli nella periferia est, un boato seguito da un’esplosione ha provocato una voragine profonda circa 20 metri, diametro almeno 50, nell’area di parcheggio antistante il nosocomio più nuovo del capoluogo campano. Erano le 6:30 quando una forte deflagrazione – secondo il racconto di alcuni testimoni – ha rotto il silenzio provocando un significativo cedimento dell’asfalto che ha inghiottito tre auto in sosta, di proprietà dei dipendenti ospedalieri in turno nei reparti. Subito sono arrivati i vigili del fuoco insieme alle forze dell’ordine e, al momento, non risultano feriti. Sembra si sia trattato di problemi alle condutture dell’ossigeno e/o di gas medicali che avrebbero ceduto, fortunatamente in un’area non riservata ai pazienti, evitando tragiche conseguenze per assistiti e operatori sanitari. La direzione della Asl ha comunicato che, in via prudenziale, l’alimentazione elettrica è stata interrotta in tutto il nosocomio e che il presidio è alimentato dai gruppi elettrogeni. Sarebbe così garantita comunque l’attività ordinaria, assicurano i vertici sanitari, mentre è stato evacuato il “Covid Residence”, appendice realizzata per ospitare gli affetti dalla malattia in quarantena o con pochi sintomi (paucisintomatici), causa l’impossibilità di assicurare la fornitura di acqua calda e illuminazione. L’avveniristica struttura, inaugurata nel 2016, è entrata in funzione a pieno ritmo nel 2018 per accogliere i pazienti privati dei numerosi ospedali posti al centro della città e chiusi dalla giunta di Vincenzo De Luca, come il San Gennaro, degli Incurabili, Loreto Mare, Ascalesi – e alleggerire Cardarelli, in tutto un bacino di utenza di mezzo milione di persone – ed è stata attualmente destinata al ricovero dei pazienti Covid, con la dotazione di 86 posti letto. Intanto la procura ha aperto un’inchiesta, curata dal pm di turno Gennaro Damiano coordinato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Ed esplodono le polemiche: mentre i vertici sanitari tendono a minimizzare, evidenziando che non si tratta di strutture interne al nosocomio, ci si interroga su come siano state realizzate le opere di uno stabile aperto soltanto due anni fa e portato ad esempio come primo “project financing” sanitario italiano.