Neoplasia al fegato, nuove speranze

Un dispositivo medico di ultima generazione è stato impiegato nel mese di agosto, con successo, al Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma su un paziente di 84 anni affetto da una neoplasia al fegato di elevate dimensioni (9 centimetri), con associata trombosi portale, che non permetteva altre forma di intervento. La procedura, eseguita senza alcuna complicanza, ha consentito al paziente di essere dimesso in buone condizioni quattro giorni dopo il trattamento.

Il Gemelli diventa così il terzo ospedale della Regione Lazio, insieme all’Istituto Regina Elena e al Santa Maria Goretti di Latina, a poter offrire ai malati di tumore epatico resistente ad altri trattamenti questa sofisticata procedura. Per questo primo trattamento di “radioembolizzazione epatica” gli specialisti del Dipartimento di Bioimmagini e Scienze Radiologiche, diretto dal professor Lorenzo Bonomo, hanno impiegato un apparecchio “device” di nuova generazione rispetto a quello utilizzato nelle altre due strutture chiamato “TheraSphere”. Il risultato raggiunto è stato possibile grazie al lavoro del Gruppo multidisciplinare per la gestione dell’Epatocarcinoma attivo dal 2008, in cui operano epatologi, radiologi diagnostici e interventisti, chirurghi del fegato e del trapianto, oncologi, anatomo-patologi, radioterapista, medici nucleari, fisici. A oggi, con oltre 250 nuovi casi di cancro al fegato valutati e trattati ogni anno, il Policlinico si pone come l’ospedale con la maggiore casistica del Lazio e del Centro-Sud e tra i primi tre d’Italia.

 

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