“Non chiamatela droga ‘leggera’”
Cannabis e compiti cognitivi: ricerca pubblicata su una prestigiosa rivista valuta l’impatto
Da “Biblioteca Alessandro Liberati” del Servizio sanitario del Lazio, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Uno studio pubblicato su JAMA Network mostra come l’uso di cannabis influisce sulla funzione cerebrale durante i compiti cognitivi. Condotta su oltre 1000 giovani adulti di età compresa tra i 22 e i 36 anni, questa ricerca è la più vasta del suo genere e utilizza una tecnologia avanzata di imaging cerebrale per valutare l’impatto del consumo di cannabis. Dallo studio emerge che il 63% dei forti consumatori di cannabis durante il corso della vita aveva un’attività cerebrale ridotta durante un compito di „memoria di lavoro“. Analogamente, anche il 68% dei consumatori recenti ha mostrato un declino della funzione cerebrale. Questa riduzione dell’attività cerebrale è stata collegata a prestazioni inferiori nella memoria di lavoro, che è fondamentale per compiti come seguire istruzioni o risolvere problemi complessi. Joshua Gowin, autore dello studio e assistant professor di radiologia alla University of Colorado School of Medicine, sottolinea l’importanza di comprendere gli effetti della cannabis, visto che il suo uso globale continua ad aumentare. “Studiando l’impatto della cannabis, possiamo offrire una prospettiva completa dei suoi benefici e dei suoi rischi, aiutando gli individui a prendere decisioni informate”, spiega. La ricerca ha classificato i partecipanti in base al consumo di cannabis in: consumatori pesanti, con più di 1000 episodi nell’arco della vita; consumatori moderati, tra 10 e 999; non consumatori, con meno di 10 utilizzi. I soggetti sono stati poi sottoposti a risonanza magnetica mentre eseguivano sette diversi compiti cognitivi che valutavano la memoria di lavoro, l’elaborazione della ricompensa, le emozioni, il linguaggio, le capacità motorie, la valutazione delle relazioni e la teoria della mente. L’impatto più significativo del consumo di cannabis è stato osservato nella memoria di lavoro, mentre altre funzioni cognitive hanno mostrato effetti minori. Lo studio in particolare ha evidenziato una riduzione dell’attività in regioni cerebrali cruciali, tra cui la corteccia prefrontale dorsolaterale, la corteccia prefrontale dorsomediale e l’insula anteriore. Aree sono essenziali per il processo decisionale, la memoria, l’attenzione e l’elaborazione delle emozioni. Dal punto di vista pratico, uno dei principali risultati dello studio è che l’astensione dalla cannabis prima di impegnarsi in compiti cognitivi può contribuire a migliorare le prestazioni. Gowin si premura comunque di avvertire che i forti consumatori devono essere prudenti, perché una cessazione improvvisa potrebbe anche, paradossalmente disturbare le funzioni cognitive. La ricerca evidenzia la necessità di studi più ampi e a lungo termine per determinare se l’uso di cannabis provochi effettivamente cambiamenti duraturi nella funzione cerebrale, per quanto tempo questi effetti persistono e il loro impatto sui diversi gruppi di età. Fonte: Gowin JL et al. Brain function outcomes of recent and lifetime cannabis use. JAMA Netw Open. 2025;8(1):e2457069.