Oftalmico, rilancio e trasparenza

oftalmicoE’ centro di riferimento regionale per le urgenze oculistiche e di eccellenza per le patologie oculari, vanta il primato del Lazio per la mobilità attiva – il 20% dei pazienti proviene da altre province del Lazio, da altre regioni italiane e da alcuni Paesi europei – ha un pronto soccorso attivo 24 ore su 24 ed è stato, di recente, oggetto di consistenti opere di ristrutturazione, grazie alle risorse dell’articolo 20 della legge 67/88 per l’edilizia sanitaria. L’ospedale Oftalmico di piazzale degli Eroi va incontro a un nuovo inizio, sulla base della razionalizzazione e della trasparenza, per contrastare le minacce derivanti dai provvedimenti regionali e dai paventati tagli previsti dai provvedimenti governativi. La sterzata l’ha data il nuovo direttore generale Angelo Tanese, che intende affrontare il periodo estivo scongiurando la riduzione di attività anzi, vuole incrementare le sedute operatorie migliorando l’organizzazione complessiva delle risorse, sebbene sulla struttura gravi il blocco del turn-over che vede soltanto 37 oculisti in attività, con il compito di trattare i circa 120 mila utenti che ogni anno si rivolgono al centro specialistico. Fiore all’occhiello del nosocomio, amministrato dalla Asl Roma E, il peculiare sistema di sterilizzazione delle sale operatorie, con la sanificazione degli strumenti al massimo livello di sicurezza, tanto da guadagnare la certificazione di qualità. Sotto la lente d’ingrandimento del manager gli improponibili tempi di attesa: 5 o 6 mesi per una cataratta e fino a 11 per il trapianto di cornea, legato comunque alla disponibilità dell’organo. Al contrario, il distacco di retina registra i tempi record di soli 4 o 5 giorni per essere assistiti ma il direttore è intervenuto su una gestione opaca delle liste di attesa, che vedevano pazienti privilegiati rispetto ad altri. Da ora in poi l’elenco sarà unico, suddiviso per patologie, tracciabile e assolutamente trasparente. Particolare attenzione sarà rivolta al pronto soccorso dove abbondano gli accessi per i codici verdi – i meno gravi che nel 2012 sono stati il 74,8% – e i codici bianchi, cui sarà proposta una alternativa tra l’attesa di alcune ore per essere visitati oppure rivolgersi all’ambulatorio specialistico nei 2 o 3 giorni successivi all’accesso. Operazione oculata, che non richiede costi aggiuntivi, in grado di risolvere molti problemi a utenti e operatori. In attesa di un investimento di 2 o 300 mila euro per rinnovare gli strumenti diagnostici, che l’azienda non può acquistare se non autorizzata dalla “cabina di regia” della sanità del Lazio, pena l’annullamento dell’atto.

 

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