Oncoematologia Umberto I, stavolta riapre sul serio
Con nota della direzione sanitaria del 4 settembre riattivati otto letti
Sarà un caso ma la data del 4, nella nuova vita dell’Oncoematologia pediatrica del Policlinico Umberto I, per chi è vagamente scaramantico assume il valore di una premonizione. Il 4 luglio scorso, con il dovuto rilievo mediatico, fu annunciata l’apertura di due nuove sale operatorie di ultima generazione della clinica pediatrica, presente il pubblico delle grandi occasioni. Il 4 settembre, con nota firmata dal direttore generale Fabrizio D’Alba si annuncia, finalmente, l’attivazione del reparto di Oncoematologia pediatrica, collocato al primo piano del padiglione dedicato alle cure dei bambini, edificio 37. Un’attesa lunga che parte dal 2020, pochi mesi dopo la sospensione dell’attività nel reparto, destinato ai malati di Covid. Ripetutamente i genitori dei piccoli ricoverati, sostenuti da comitati di volontari – tra cui “La Fenice” e “Lisa” – ne avevano chiesto la riattivazione, sulla base della qualificata assistenza prestata e per essere l’unica divisione di tale specialità presente in un ospedale pubblico. Si parte con otto posti letto, direttore Loredana Amoroso, professionista di grande esperienza con curriculum stellare. Una riapertura sofferta, annunciata il 23 febbraio scorso dallo stesso direttore D’Alba, che ha trovato numerosi ostacoli sul suo cammino. Così, tra numerosi altri annunci, rallentamenti, riprese e ripensamenti, sono stati pubblicati i bandi per l’assunzione del direttore del reparto e dei dirigenti medici, tra l’estate e l’autunno del 2023. “C’è voluto tempo per vederne la riapertura”, commentano all’unisono alcuni genitori che dal 4 settembre si sono riappropriati di quel padiglione allestito festosamente, in cui bimbi e famiglie si sentono come a casa propria, alleviando le sofferenze legate alla patologia. Ma ora la soddisfazione ha il sopravvento su tutte le angosce vissute contro dinieghi, ostacoli burocratici, lungaggini e, talvolta, anche una malcelata volontà di lasciar correre, tenendo i piccoli pazienti stipati nelle non altrettanto accoglienti stanze del Bambino Gesù, utilizzato in sostituzione per supplire alle necessità dei bimbi in cura. C’è voluta la forte determinazione di famiglie, comitati, professionisti del reparto e la volontà dell’amministrazione per regalare di nuovo ai cittadini un piccolo gioiello nel cuore di Roma. Un altro tassello che viene restituito alla sanità pubblica, che quotidianamente subisce mille assedi ma trova sempre, proprio come la fenice, la forza per risorgere.