Il cancro e le sue conseguenze tra assistenza, controlli, cronicizzazione e, fortunatamente guarigione che si fa sempre più frequente. Avanza la necessità di trovare sinergie tra gli oncologi ospedalieri e i medici di medicina generale, per garantire un percorso efficiente di cura ai pazienti, una volta dimessi dall’ospedale. Si tratterà del tema il 12 novembre, nella seconda edizione del “Cipomo day”, con un evento dal titolo “Il tempo della transizione”, che metterà al centro la  riorganizzazione assistenziale, basata su una forte sinergia tra oncologi ospedalieri e medici di medicina generale. “Un ponte tra ospedale e territorio – annuncia un comunicato del Cipomo (Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri) che deve avere fondamenta solide”. Una iniziativa a cui collabora Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, occasione di confronto tra figure essenziali nel percorso del paziente oncologico. “Con spirito pionieristico – dichiara Luigi Cavanna, presidente di Cipomo – abbiamo voluto con forza dare vita ad un evento che ha l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra oncologi e i Medici di famiglia. Solo così è possibile capire come mettere a terra le strategie necessarie a dare risposte a questi differenti bisogni”. Una rara occasione per un dialogo che tende a realizzare quella integrazione tra ospedale e territorio e che si svilupperà attraverso un dibattito articolato in tre tavole rotonde in rappresentanza di tre macroaree nazionali. Sono più di mille ogni giorno le diagnosi di tumore in Italia, 3 milioni e 600mila persone convivono con la malattia ma i dati recenti sono confortanti: dal 2021 la mortalità è in riduzione, con 1870 decessi in meno rispetto all’anno precedente. Per questo, è necessario migliorare cure, assistenza e sinergie tra professionisti. (Nella foto: il presidente Cipomo Luigi Cavanna)

 

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