Ospedale di Tivoli, i tempi della riapertura
Rocca: “A giugno 2023 ci siamo ritrovati 350 milioni in meno per l’antincendio”
Un grande impegno tecnico e un incessante lavoro, sono alla base del cronoprogramma per la riapertura dell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, a più di tre mesi dall’incendio dell’8 dicembre, in cui morirono tre anziani pazienti. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca in conferenza stampa il 18 marzo, occasione in cui ha indicato le tappe della riattivazione dei reparti: il 25 marzo aprirà il punto primo intervento, per assicurare le cure di base essenziali e insieme la dialisi; il 22 aprile, sarà la volta dei reparti di nefrologia, immunoematologia e medicina trasfusionale, medicina, radiologia, servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Due date per le riaperture a maggio: il 20 chirurgia generale e laboratorio analisi e il 24 il punto nascita, emodinamica, blocco operatorio centrale e rianimazione. Da ultimo, e non certo per importanza, il pronto soccorso che il 30 settembre chiuderà il ciclo delle riattivazioni di reparti e servizi. Intenso è stato il lavoro, dopo il dissequestro dei locali da parte della Procura, un costante contatto con i magistrati e i tecnici dei vigili del fuoco, grazie all’intervento del direttore della Salute e integrazione sociosanitaria regionale Andrea Urbani e di Filippo Coiro, direttore generale facente funzione alla Asl Roma 5, a cui afferisce il San Giovanni Evangelista, sempre in prima linea per coordinare le complesse operazioni di ripristino degli spazi ospedalieri. Una incombenza resa necessaria dai danni provocati dalle fiamme, a cui si lega comunque un piano per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori, inserito nella programmazione sanitaria della Regione Lazio, con la dotazione di 1 miliardo e 171 milioni di euro per l’edilizia sanitaria, di cui 700 milioni destinati ai progetti antincendio e antisismica, la cui disponibilità è stata resa effettiva dopo lunghe attese dovute ai tempi burocratici. E non solo. Emergono sulla vicenda anche risvolti finanziari mai troppo evidenziati, su cui il presidente Rocca si sofferma. “Il dato di fatto – rivela Rocca – è che nel mese di giugno 2023 abbiamo dovuto reimpostare tutti gli interventi di edilizia sanitaria. Ci siamo resi conto che mancavano 350 milioni in conto capitale proprio per l’antincendio, di cui 4 milioni sarebbero serviti all’ospedale di Tivoli per l’ammodernamento del sistema”. Un ritardo nei tempi di intervento – a soli tre mesi dall’insediamento dell’amministrazione Rocca – che forse è stato fatale per l’ospedale tiburtino ma, come accade sovente, le responsabilità non saranno mai accertate.