Un viaggio all’interno del corpo umano ma non si tratta di una puntata del celebre programma “Superquark” del compianto Piero Angela. I segreti della vita sono stati sapientemente illustrati dalla professoressa Rosa Vaccaro, del dipartimento di Scienze anatomiche, istologiche e medico legali dell’Università “La Sapienza” di Roma, nel tempio della cultura medico-scientifica: la prestigiosa Accademia Lancisiana. Fondata il  25 aprile 1715 dal medico fisiologo e archiatra pontificio Giovanni Maria Lancisi per divulgare la conoscenza della medicina, la Lancisiana ha la sua sede nel Palazzo del Commendatore, all’interno del complesso del Santo Spirito in Sassia, nel centro storico della Capitale. Nel convegno di studio del 12 dicembre dedicato al “Museo anatomico Eugenio Morelli dell’ospedale Forlanini” – seduta straordinaria del 309esimo anno accademico – la docente, soffermandosi su alcuni dei più significativi reperti dell’inarrivabile raccolta, ne ha messo in luce la peculiarità, che rende la collezione voluta da Morelli un unicum italiano, europeo e forse mondiale. Dotato di numerose sale di esposizione, che si estendono per 1200 metri quadrati, il Museo, nato nel 1941 per volere dell’allievo di Carlo Forlanini, si articola in quattro sezioni: anatomia umana normale, anatomia patologica, anatomia radiologica e anatomia chirurgica. Considerato l’alto valore storico, didattico e scientifico, è inserito nel circuito del Museo della Scienza e della informazione scientifica (Musis). L’esistenza di preparati relativi a quadri patologici, specie in campo tubercolare, non più riscontrabili attualmente, ne sottolinea il valore di irripetibile testimonianza. Così, tra i 1145 preparati umani e i 149 tra modelli e tavole illustrate, la professoressa Vaccaro ci fa immergere in muscolature, tendini, valvole atrioventricolari, arterie e vene di adulti e neonati. Come non sorridere di fronte alla esposizione di polmoni maschili di gigante alto? E non intenerirsi al cospetto della trachea e dei bronchi di un bimbo di tre anni? Sorprende poi il lembo di cute con tanto di tatuaggi e stupisce la vista del sistema nervoso centrale con le diramazioni periferiche. Un enorme patrimonio che serba il primato nei metodi di indagine e conservazione. Un tesoro che però si rischia di perdere, causa l’oblio in cui è caduto il Museo. Un abbandono legato alla chiusura dell’ospedale Forlanini il 30 giugno 2015, nella stagione dei feroci tagli lineari alla sanità in risposta a logiche meramente economiche. A sostegno della preziosa collezione, numerosi interventi: da Massimo Martelli, già primario di Chirurgia toracica del Forlanini e strenuo sostenitore per la battaglia a salvaguardia del nosocomio al cardiologo Alessandro Boccanelli dell’Università UniCamillus di Roma. Qualcuno, opportunamente, richiama l’attenzione sulla storica biblioteca medica all’interno dell’ospedale, anch’essa caduta in declino. Tra i molti allarmi lanciati, quello dell’associazione di tutela del patrimonio “Italia Nostra” che qualche anno fa, arrivò a tutti i consiglieri della Regione Lazio e all’allora  presidente Nicola Zingaretti, senza ricevere alcun riscontro. Solleva infine, l’esortazione di Laura Gasbarrone, presidente dell’Accademia Lancisiana, già primario di Medicina interna del San Camillo Forlanini, che ha avuto la sensibilità di richiamare l’attenzione su un bene prezioso che non possiamo permetterci di perdere. (Nella foto: l’ingresso dell’Accademia Lancisiana)

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