“Ospedale in tilt, sindaci muti per anni”
Il polo Colleferro-Palestrina afflitto da carenze ataviche. Gravi problemi in Cardiologia
Da Stefano Fabroni del comitato Salute e Ambiente Asl Roma 5 e Ina Camilli del comitato “Libero a difesa dell’ospedale di Colleferro riceviamo, e volentieri pubblichiamo:
Lo scambio di opinioni nei giorni scorsi tra il Sindaco di Colleferro Sanna ed il Sindaco di Segni Moffa ha primeggiato sulla stampa locale e un nostro commento a distanza, senza avere la possibilità di interloquire direttamente con entrambi, per la nota ritrosia del Sindaco Sanna, che detiene la delega comunale alla sanità, resterebbe un flatus vocis. Se interveniamo sul merito della questione lo facciamo per rivolgerci ai cittadini, i quali, abituati alle polemiche strumentali del Sindaco Sanna hanno notato (e come non notarlo?) che il suo interesse verso l’ospedale di Colleferro e la sanità pubblica ha ripreso vigore ed assunto toni accesi solo dopo il cambio di Presidenza in Regione Lazio. Da circa dieci anni denunciamo le gravi carenze del nosocomio cittadino, le pesanti condizioni di lavoro del personale ed il totale fallimento del Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina, a fronte di continue rassicurazioni da parte del Sindaco Sanna. Abbiamo sempre riconosciuto che tutto il personale compie quotidianamente uno sforzo enorme per garantire in sicurezza le prestazioni sanitarie. Come è possibile che proprio chi rappresenta i cittadini, verso i quali ci si deve rivolgere con senso di responsabilità ed evitare di suscitare allarme in modo sconsiderato, si domandi se il reparto di cardiologia dell’ospedale di Colleferro sia ancora sicuro per i pazienti? Cosa avranno pensato le persone ricoverate? Finora gli enormi disagi vissuti dagli utenti e dai dipendenti sono stati bellamente ignorati, prova ne siano le continue carenze di personale, le fughe dei neoassunti, i medici a gettone, le prestazioni a contratto, le mancate sostituzioni per i pensionamenti, pasti immangiabili, i ritardi delle liste di attesa e nelle prestazioni diagnostiche. Resta inspiegabile il silenzio dei Sindaci sulla realizzazione della sanità territoriale (case della salute, ecc.), che potrebbero risolvere alcune delle problematiche che gravano sulla struttura ospedaliera. Una cosa però è ribadire la mancanza di efficaci misure di intervento, altra cosa è riconoscere lealmente che medici ed infermieri, operatori sanitari e personale delle pulizie non solo fanno enormi sacrifici da anni per mandare avanti l’attività ospedaliera, ma lo fanno riuscendo a garantire tutti i giorni standard e livelli di sicurezza che non mettono in pericolo la vita di chi si affida alle loro cure. Se così non fosse, il Direttore sanitario deve chiedere l’immediata chiusura del reparto, che può restare aperto e funzionare solo se è in grado di farlo in sicurezza. La situazione dell’ospedale di Colleferro è oggettivamente molto critica e temiamo che non si stia facendo abbastanza a livello comunale e regionale, ma non è condivisibile che si cerchi di affrontare lo stato severo dell’ospedale attraverso un comunicato allarmistico, quando si hanno i poteri e le funzioni per fare molto altro. La condizione del Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina è estremamente delicata e va progressivamente peggiorando per scelte politiche della Regione, ma anche e proprio perché i Sindaci, proni alle decisioni dei vertici politici in Regione, per molti anni hanno taciuto e non si sono opposti con fermezza al progetto di smantellamento della Regione. Né hanno denunciato con convinzione e forza i tagli alla struttura ospedaliera, che è andata fin troppo avanti. L’attuale situazione del reparto di cardiologia è analoga a quella già vissuta in altri reparti alcuni anni fa, su cui avevamo chiesto ai Sindaci un’azione politica forte, ma non seguì alcuna risposta. Più e più volte abbiamo cercato di interagire con i Sindaci del territorio per dare un contributo all’elaborazione di soluzioni ai problemi che viviamo, ma l’unica risposta è stata quella di farci sentire inopportuni e indesiderati, opponendo un ostinato rifiuto al dialogo. Nonostante questi comportamenti oligarchici, come attivisti civici continueremo a chiedere democraticamente di poter essere ascoltati dai Primi cittadini, perché è un nostro diritto e lo rivendichiamo. La realtà dei fatti è che gli unici che si sono veramente battuti continuativamente e da almeno 20 anni per cercare di migliorare la penosa situazione sanitaria riguardante ben 500 mila abitanti della nostra ASL, sono stati i cittadini, i comitati e le associazioni civiche, che nel corso di due decenni hanno percorso tutte le strade, presentando esposti alla Procura di Tivoli, partecipando a diversi convegni, presidi, manifestazioni in piazza, promuovendo incontri ai diversi livelli, eccetera, eccetera, per tenere alta l’attenzione dei cittadini, ai quali abbiamo cercato di dare anche quelle informazioni che non si vogliono far circolare. In occasione della fine di un anno caratterizzato da un peggioramento dei servizi sanitari nel territorio, auguriamo a tutti i cittadini che ci seguono un Anno Nuovo migliore in tutti i sensi. (Nella foto: ospedale di Colleferro)