Ospedale Sant’Eugenio
medicina nucleare non riapre

copertinaChiusa per adeguamento alle norme di sicurezza, la medicina nucleare doveva aprire a fine 2015. Scintigrafie negate all’ospedale Sant’Eugenio

Doveva riaprire alla fine del 2015 con un reparto completamente ristrutturato e adeguato alle attuali norme di sicurezza ma per la medicina nucleare del Sant’Eugenio di Roma continua l’agonia. Nato negli anni Settanta, il servizio è stato chiuso il 4 aprile 2014 in seguito a una corposa relazione in cui l’esperto qualificato – tecnico designato a valutare l’impatto delle radiazioni ionizzanti – indicava carenze tecniche e strutturali che mettevano a rischio la salute di operatori e pazienti.

Nel novembre 2014 la Regione Lazio annunciò l’approvazione del piano dei lavori da parte della Asl Roma C, che aveva richiesto il finanziamento di 1 milione 785.800 euro, salito poi a 2,3 milioni. A febbraio 2015 venne proposto il bando di gara cui non fu dato corso perché, secondo l’ex direttore generale Carlo Saitto, mancavano le risorse che dovrebbero essere reperite dai fondi stanziati in base all’articolo 20 della legge 67 del 1988, a sostegno dell’edilizia sanitaria. A tutt’oggi i lavori non sono ancora iniziati né si hanno notizie del progetto e relativo finanziamento. Di sicuro, c’è soltanto uno staff di 4 medici, altrettanti tecnici e infermieri competenti e motivati, con una dotazione di apparecchiature all’avanguardia ferme da 20 mesi, che attendono soltanto di essere rimessi in condizione di lavorare.

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