Un progetto esaltante e inquietante allo stesso tempo: è l’ospedale virtuale, in cui medici e infermieri piuttosto che dialogare tra loro su terapie e diagnosi e comunicare con il paziente per constatarne lo stato di salute, agiscono attraverso un monitor, una tastiera e un telefono dedicato (Voip). E non solo per la meno complessa assistenza ai cronici ma per le cure post-acuzie ovvero, piuttosto che occupare letti di ospedale, si tratta di seguire i soggetti dimessi anche dopo interventi o patologie importanti, attraverso la telemedicina, secondo il modello seguito negli Stati Uniti. Il tutto, va da sé, per una esigenza di risparmio. Non più umanizzazione ma “digitalizzazione” dell’assistenza. Si muove su questo binario il primo progetto pilota presentato il 22 settembre da Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, alla Festa della Salute di Viareggio, una due giorni che si è  svolta il 21 e 22 settembre. Da tempo il gruppo Motore sanità, associazione di promozione sociale – costola della cooperativa sociale Panacea, nata nel 2013 – si propone di contribuire al progresso della società e della ricerca scientifica e questa volta lo fa presentando, come fase sperimentale nella città della celebre sfilata carnevalesca, l’ospedale virtuale che si avvarrà, inizialmente, di una struttura di circa 1000 metri quadri, appositamente modellata secondo il modello costruttivo del Mercy Virtual Hospital (nella foto) operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti – costato 45 milioni di dollari  per 11 mila metri quadrati, 330 medici e infermieri per 2.400 pazienti seguiti da remoto – con adattamento alle esigenze specifiche di ogni territorio. Una struttura in cui la fornitura del servizio tecnologico avverrà da parte di un consorzio da costituire e la formazione sarà dedicata a risorse umane del servizio sanitario pubblico in regime di libera professione. I pazienti, attraverso l’ospedale virtuale, possono accedere a servizi medici online tramite videochiamate, chat, e-mail o applicazioni mobili. Possono ricevere consultazioni mediche, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute, e gestione delle malattie da remoto. Da ultimo, e non per importanza, ci sono i risparmi per il Servizio sanitario. I relatori fanno sapere che, basandosi su una stima di 527.050 ricoveri evitabili per malattie croniche e un costo medio di 5.000 euro per ricovero, i potenziali risparmi per il sistema sanitario italiano ammonterebbero a circa 2,64 miliardi di euro, fermo restando che la patologia cronica è solo una parte residuale del business. C’è da chiedersi se tale operazione sia in linea con lo slogan delle due giornate della Festa della salute di Viareggio: “Il paziente al centro, quello che i pazienti vogliono”, ammesso che un malato in post-acuzie abbia, quale suo massimo desiderio, quello di rapportarsi a uno schermo, piuttosto che a un essere umano. (Agr)

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