Ospedali in permuta, l’ultima idea della Regione
San Giacomo, Forlanini, Cto: tre ospedali un’unica sorte. È quanto appare sul documento riassuntivo del tavolo tecnico Agenzia del Demanio-Regione Lazio, relativo alla classificazione del patrimonio regionale, pubblicato il 6 giugno 2014, in cui si suddividono le prime 6280 unità immobiliari di proprietà dell’amministrazione regionale in nove gruppi in base alle caratteristiche, al pregio, all’interesse storico-artistico, alle modalità di valorizzazione, alle possibili destinazioni d’uso. I tre nosocomi sono inseriti nel gruppo “Progetti speciali”, insieme a edifici di particolare interesse storico-artistico, da recuperare e restituire alla collettività. Se per questi la destinazione è certa, per i tre ospedali romani si parla di “percorsi specifici da avviare per garantirne il miglior uso e la massima valorizzazione”. Niente di definito quindi: non il recupero e la destinazione pubblica, né un preciso disegno di alienazione, fermo restando quanto riportato da “Milano Finanza” del 16 gennaio scorso, in cui si ipotizza la permuta di immobili di pregio non produttivi perché bisognosi di una onerosa ristrutturazione, tra cui rientrerebbero gli ospedali in questione. Zingaretti starebbe esplorando il mondo immobiliare e finanziario meneghino, al fine di condurre in porto un’operazione che assicurerebbe al Lazio nuovi ed efficienti cespiti da utilizzare per fini istituzionali, abbattendo i costi dei fitti passivi. Sul Cto è intervenuto il consigliere regionale Oscar Tortosa, che in una recente interrogazione, ha chiesto a Zingaretti a che punto sia l’accordo tra Regione Lazio e l’Inail – annunciato nel giugno 2013 – che doveva trasformare l’ospedale della Garbatella in un ‘Polo integrato sanitario’ all’avanguardia negli interventi di traumatologia, per le protesi e la riabilitazione, consentendo un risparmio di 31 milioni di euro, con l’abbattimento dei tempi di attesa per infortunati gravi, che avrebbero fruito di tutto il percorso assistenziale nella stessa struttura. “Dopo aver speso quasi un milione di euro per adeguare i locali da assegnare alla filiale romana del centro protesi Inail di Vigorso di Budrio – si legge nel testo stilato dal consigliere del Psi – la Regione Lazio non ha ancora dato avvio all’annunciata convenzione ventennale”. La struttura negli ultimi tempi ha infatti subito un ridimensionamento sia in termini di posti letto, sia come unità di personale infermieristico, trasferite al vicino Sant’Eugenio. “Da tempo un intero quadrante di Roma – continua l’interrogazione – aspetta una risposta sulla riattivazione di un ospedale storico e strategico, ridotto nella funzionalità dei reparti, estromesso dalla rete delle emergenze del pronto soccorso, malgrado il cronico sovraffollamento nei vicini ospedali Sant’Eugenio e San Camillo”, insiste il documento presentato da Oscar Tortosa.