Palestrina: 2,3 mln e il pronto soccorso “raddoppia”
Con un investimento di 2,3 milioni di euro, arriva una boccata d’ossigeno per l’ospedale “Coniugi Bernardini” di Palestrina. Le risorse, ricavate sulla base del “Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera” decreto legge 34 del 2020 – che all’articolo 2 prevede l’utilizzo della cosiddetta disponibilità residua – saranno impiegate per raddoppiare la superficie degli attuali locali del pronto soccorso che da 650 metri quadrati passeranno a 1300, rosicchiando terreno dall’area oggi destinata ai pedoni e alle aiuole. Il nosocomio, che attualmente garantisce servizi sanitari a oltre 100mila persone, nel periodo della pandemia ha mostrato grande flessibilità, grazie all’utilizzo dello stesso pronto soccorso riconvertito in spazio Covid in svariate occasioni. Le caratteristiche della nuova struttura, illustrate il 9 agosto in conferenza stampa dai vertici della Asl Roma 5, prevedono i servizi su un unico piano con funzioni di accesso, attesa, accoglienza, visita, assistenza e cura dei pazienti a cui si aggiungerà una sezione di “Osservazione a breve intensità”, una razionalizzazione quindi per scongiurare le improponibili file di barelle in attesa, in caso di sovraffollamento. Anche i percorsi saranno ottimizzati, garantendo la separazione degli accessi in caso di ricovero per patologie infettivo diffusive; la prossimità con l’unità di Radiologia e percorsi specifici suddivisi per “codice colore”, completeranno il nuovo allestimento. Di “Nuovo pronto soccorso moderno e adeguato alle esigenze del territorio” ha parlato in conferenza stampa il direttore generale Giorgio Giulio Santonocito e, contestualmente, ha espresso il proprio apprezzamento il capogruppo Pd in Consiglio comunale di Palestrina Manuel Magliocchetti, che ringraziando i vertici regionali della sanità – tra cui il presidente della commissione consiliare Sanità Rodolfo Lena, il presidente della giunta Nicola Zingaretti, il vice Daniele Leodori e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato – ha parlato di “Ottima notizia per il nostro territorio e la nostra sanità e un forte messaggio di speranza per il futuro della nostra comunità”. Un progetto, secondo il capogruppo, in cui la Regione Lazio “ha creduto e che oggi diventa realtà”. Tanto che la stessa direzione aziendale, si è affrettata a comunicare sulle pagine social, che dal 1° luglio il nosocomio “ha riacquisito la propria naturale funzione di ospedale generalista, con la piena riattivazione del pronto soccorso”, con posti letto di medicina, chirurgia, ortopedia, day hospital di gastroenterologia e tutti i servizi diagnostici, incluso quello di dialisi ambulatoriale, più lo screening per il colon retto e la mammella, di secondo livello. Per la ripresa totale dell’attività ambulatoriale si dovrà attendere la seconda metà di settembre, mentre sono già attivi il centro prelievi, la diabetologia, la chirurgia, l’ambulatorio di terapia anticoagulante e la consegna referti Hiv. Uno sforzo notevole per la cittadinanza, che negli ultimi due anni si è vista privata di servizi essenziali, causa Covid. Ora si spera in una pronta realizzazione di quanto annunciato e, soprattutto, si confida in nuove assunzioni di personale e nell’aumento di posti letto in tutta la Regione, per rientrare negli standard previsti, totalmente disattesi negli ultimi decenni caratterizzati da tagli e riduzione dei servizi. Non si deve correre il rischio che, un nuovo pronto soccorso destinato ad accogliere più pazienti, si trovi poi nella impossibilità di assisterli adeguatamente per carenze in organico e di indirizzarli verso gli idonei reparti di degenza per mancanza di letti.