Ė intitolato ai coniugi Sergio e Domenica Bernardini l’ospedale di Palestrina, coppia religiosissima dell’Appennino modenese, che mise al mondo dieci figli. Nel nosocomio della Asl Roma 5 però, di figli proprio non se ne parla. E sempre in relazione ai mancati lieti eventi, tutto nasce dall’incendio dell’ospedale di Tivoli, a cui è seguito il trasferimento delle attività sanitarie in vari presidi del territorio con una non lieve mancanza: il reparto di Ostetricia, scorporato dalla Ginecologia che ora ha sede nel polo ospedaliero Palestrina-Colleferro. Un’inspiegabile decisione, sostengono i cittadini residenti e i comitati locali, che si sono uniti in una aggregazione di dieci realtà – tra cui il Comitato Salute e Ambiente Asl Roma 5 e il Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – e hanno promosso una petizione che sta facendo il pieno di firme. “Ci teniamo a sapere come mai il cosiddetto piano di riordino delle attività sanitarie territoriali, firmato da poco dal direttore generale dottor Giorgio Giulio Santonocito e dal direttore sanitario aziendale dottor Franco Cortellessa, non preveda lo spostamento dell’attività ostetrica di Tivoli presso il polo ospedaliero Colleferro-Palestrina, considerato che il personale di ostetricia e ginecologia risulterebbe già trasferito nel presidio di Palestrina; la Pediatria è stata riaperta a Palestrina; le attuali sale operatorie e sale parto sono facilmente riattivabili in poco tempo”. A testimonianza della volontà di sopprimere un reparto, sostengono i comitati, l’insegna sulla porta dello stesso, in cui appare vistosamente rimossa la dicitura di “Ostetricia” mentre resta quella di “Ginecologia”. Questo, nonostante esista una terapia intensiva creata in funzione dell’attività ostetrica, è riportato a chiare lettere nel testo della petizione. Una richiesta più che comprensibile, considerato che le partorienti del vasto territorio tiburtino sono costrette attualmente, a fare riferimento agli ospedali romani, con tutte le conseguenze di sovraffollamento e disagio per gli spostamenti che ne derivano. Un ulteriore elemento di criticità, oltre a tutti quelli che da almeno 15 anni i comitati denunciano per la Asl Roma 5, inascoltati da tutte le  amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Per questo con la petizione, intendono non solo sollecitare la riattivazione del punto nascita nel polo ospedaliero ma riportare cittadini, comitati civici e associazioni alle antiche battaglie che in molti, per reconditi motivi, hanno abbandonato. Per firmare la petizione, copiare sul motore di ricerca l’indirizzo: https://chng.it/stYBJSQZSJ   (Nella foto: Sergio e Domenica Bernardini)

Commenti Facebook:

Commenti