Fu un esordio turbolento quello di “Perché guariremo”, riflessioni dell’allora ministro della Salute Roberto Speranza, sulla battaglia anti Covid. Quella prima uscita, nell’ottobre 2020 con Feltrinelli editore, non ci azzeccò con la tempistica: si pensava alla fine della pandemia quando proprio allora, la seconda violenta ondata colpì inesorabile, tanto da dover ritirare il volume dagli scaffali delle librerie a poche ore dall’esordio. Se i tempi furono mal calcolati, nel titolo di fatto, una parola fu azzeccata, ed è quella legata alla guarigione. Sembrerà irriverente, dopo le migliaia di persone decedute nel tremendo biennio 2020-2022 ma dal Covid, milioni di persone sono guarite, anche se la narrazione ufficiale tendeva a enfatizzare più gli esiti infausti della patologia che la normale evoluzione. In tale tormentato clima, il titolare del dicastero si è trovato di fronte all’imponderabile. Uno tsunami talmente violento da indurlo a imprimere – nero su bianco – nell’immaginario collettivo le terribili vicende “arrivate dal cuore della tempesta”. E oggi, a pericolo scampato, la storia del Covid, di come è stato affrontato a viso aperto da colui sul quale, nel bene e nel male, ricadeva ogni responsabilità, torna in pubblico, con la riproposizione del libro, stesso titolo diverso editore, Solferino e un ambizioso programma di presentazioni in tutta Italia. Il testo ripercorre mesi che hanno segnato tutti noi, dall’esplosione dei contagi al primo traumatico lockdown, poi la paura, il coprifuoco, le misure di sicurezza, fino alla campagna vaccinale che ha molto rallentato gli effetti più violenti della malattia. Nella premessa alla prima edizione, l’autore parla di “una lezione dura, da cui ripartire, aprendo un grande dibattito pubblico”. Proprio tale intento è il punto fondante della riproposizione di “Perché guariremo”. “La sfida di ridisegnare la sanità italiana per portarla più vicino alle persone, sul territorio”, ha più volte rivendicato l’ex segretario di Articolo 1, piccola formazione nata da una scissione nel Pd poi ricomposta. Una storia raccontata dall’interno, dalle stanze di lungotevere Ripa, in cui una miriade di esperti suggeriva al ministro i potenziali rimedi al ciclone Covid. Una testimonianza accompagnata da grande trepidazione e partecipazione, con un auspicio: invertire la tendenza che vuole una sanità pubblica in costante difficoltà. “Perché – scrive l’autore – un Paese che non valorizza il suo personale sanitario, che non lo mette nelle giuste condizioni per lavorare al meglio, che non difende e non rafforza la sua sanità pubblica è un Paese che domani si troverà disarmato”. E questo l’Italia non può permetterselo. (Nella foto: Roberto Speranza)

 

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