Paradossi a Roma centro e dintorni
Disagi, perdite di tempo, spostamenti. Sono le difficoltà cui andranno incontro i cittadini che fino a qualche tempo fa frequentavano il poliambulatorio di piazza Gentile da Fabriano, al Flaminio, il cui contratto di affitto in scadenza ad aprile non è stato rinnovato. I residenti, in gran parte anziani e fragili dal punto di vista sanitario, ritengono irrazionale arrivare nel grande poliambulatorio di via Tagliamento che, seppure afferente alla stessa Asl è difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Così il 12 marzo scorso hanno organizzato un sit-in sulla piazza, sostenuti dal Movimento cittadino Flaminio-Parioli e Villaggio Olimpico i cui rappresentanti hanno chiesto alla direzione aziendale di individuare locali di proprietà dell’Ater, ex Istituto case popolari che in zona dispone di vari immobili. “La decisione – spiega il presidente del movimento Francesco De Salazar – è dovuta al canone oneroso, oggi poco sostenibile per la Asl ma rivolgersi ai vicini presidi della Roma E, già saturi di utenza o alla scomoda via Tagliamento, rappresenta per noi un grave disagio”. I paradossi della Asl Roma A non finiscono qui. In pieno centro di Roma, oltre al San Giacomo vuoto, altre due strutture sanitarie sono nell’abbandono, dopo costose ristrutturazioni e spese per utenze e servizio di vigilanza. Si tratta dell’antico ospedale “La Scarpetta” a lungotevere Ripa – di fronte a quel ministero della Salute i cui dirigenti procedono imperterriti a tagli lineari – ristrutturato da circa dieci anni con 300mila euro di spesa, un tempo eccellenza per la pediatria, sede di un importante museo con la storia pediatrica e vaccinale della capitale. La direzione della Asl Roma A intendeva realizzare qui un centro per l’autismo che non è mai nato. In compenso si spendono circa 10mila euro mensili per la retribuzione di un medico e di una guardia giurata. Stesso discorso per il presidio di via dei Riari; risorse investite finalizzate alla creazione di un centro diurno per detenuti tossicodipendenti mai nato. Sicuramente per la scarsa dotazione di personale, bloccato da norme statali che impediscono le assunzioni. “Soldi spesi per progetti mai partiti – tuona Riccardo Agostini, consigliere Pd della Regione Lazio – due monumenti allo spreco a poche centinaia di metri uno dall’altro, un insulto a tutti i cittadini del centro storico di Roma e di tutto il Lazio”.